L’immigrazione legale è possibile e la collaborazione tra Ghana e Italia è in grado di produrre modelli da replicare altrove. Nel suo ultimo giorno di missione in Africa occidentale, Sergio Mattarella visita il centro di formazione don Bosco di Ashaiman, attivo da 25 anni, alle porte di Accra. Giovani cuochi e operai formati qui avranno la possibilità di specializzarsi per trenta giorni nel Nord Est dell’Italia, dove entreranno con contratto di lavoro, avranno un alloggio messo a disposizione degli imprenditori che aderiscono all’iniziativa promossa da Confindustria Alto Adriatico e frequenteranno corsi per imparare l’italiano.
“Avevamo a cuore passare da qui. Per il modello che questo centro rappresenta, per la formula che rappresenta: un messaggio anche per altre realtà che possono seguire questa formula”, sottolinea il capo dello Stato, accompagnato dalla figlia Laura Mattarella, e dal vice ministro Edmondo Cirielli. “La formula inventata da Confindustria” Alto Adriatico, precisa, “è efficace per la formazione di giovani qui e l’addestramento nelle industrie del nostro Nord Est. I giovani poi potranno decidere se continuare in Italia o tornare qui, è una formula felice, ringrazio il presidente di Confindustria Orsini che ha assunto questa formula perché venga ripetuta in altre zone d’Italia”. “Sono iniziative che si collocano nel più ampio contesto di amicizia tra Ghana e Italia. Ieri, nei colloqui con il presidente ghanese abbiamo registrato su ogni argomento una condivisione di visioni e una comune volontà di rafforzamento del legame – conclude -. Qui si respira lo spirito della collaborazione tra Ghana e Italia, il nostro futuro è comune ed è affidato ai giovani. Qui c’è un modello esemplare che spero che venga ripetuto in altre occasioni e in altre realtà”.
“Il progetto rappresenta il contributo che diamo al piano Mattei”, spiega, dal canto suo, Michelangelo Agrusti di Confindustria Alto Adriatico. “E utilizza quanto previsto dal decreto Cutro, che stabilisce, se prevista la formazione, delle quote di migrazione legale. Tutti questi ragazzi che verranno da noi, nel manifatturiero ma anche nel terziario”, aggiunge.
Prima di rientrare in Italia, Mattarella poi visita la nave Bettica, pattugliatore della quarta divisione della Marina militare che ha iniziato il 25 marzo l’attività di sorveglianza nel Golfo di Guinea, nell’ambito dell’operazione ‘Gabinia’, volta al contrasto del fenomeno della pirateria. A bordo della nave, il presidente viene aggiornato sulle attività e assiste alla simulazione di una operazione. La missione Gabinia in cui la nave è impegnata, afferma, “è di grande importanza e può aver luogo anche per l’ospitalità che il governo del Ghana garantisce nel porto di Tema”. “La missione”, aggiunge, “ha una finalità di grande e primario rilievo per la convivenza nel mondo e per la libertà di navigazione attraverso il contrasto alla pirateria, ai traffici illeciti e l’esercizio della diplomazia navale”. “Desidero estendere il saluto a tutti gli equipaggi e al personale a terra. E rivolgo un messaggio di saluto a nave Vespucci ieri passato dall’oceano Pacifico all’Atlantico doppiando Capo Horn, evento di grande importanza per un veliero, fatto con grande maestria a dimostrazione della grande capacità di nave Vespucci e della nostra Marina militare”, conclude, ringraziando l’equipaggio per l’impegno costante.
La visita alla nave Bettica segna l’ultima tappa della missione africana, che ha portato Mattarella in visita ufficiale di tre giorni in Costa d’Avorio, e poi in Ghana. Il rientro del capo dello Stato è previsto in serata a Roma. (AGI)