Marsiglia si ribella al governo, "No a nuove restrizioni" 


AGI – Tensione a Marsiglia dove centinaia di persone hanno manifestato davanti per protestare contro i nuovi provvedimenti restrittivi voluti dal governo per arginare i contagi da Covid-19. A Marsiglia, classificata in “zona di allerta massima” per l’elevata incidenza di contagi, da sabato bar e ristoranti saranno chiusi. “Il conto è salato!”, “Non vogliamo aiuti, lasciateci lavorare”, sono stati gli slogan che hanno dominato la manifestazione, alla quale hanno partecipato il presidente della metropoli Aix-Marseille, Marine Vassal e il presidente della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Renaud Muselier, entrambi esponenti di Les Républicains (destra), applauditi dalla folla. 

Alla stretta dettata dal governo si ribella lo stesso Comune di Marsiglia. “La polizia municipale non farà le multe ai ristoranti e ai bar aperti”, ha detto la vice sindaca Samia Ghali a Bfmtv. In dichiarazioni rilasciate a margine della manifestazione, Ghali ha sottolineato che la polizia “ha altri compiti, pertanto preferirei che si trovasse dove c’è bisogno dove ci sono violenze, furti, traffico di droga, non a fare multe a commercianti che cercano di guadagnarsi la vita e far funzionare l’economia del Paese”.

In risposta alle accese critiche e contestazioni giunte dagli ambienti economici e politici locali, il ministro della Sanità, Olivier Véran, ha deciso di recarsi a Marsiglia. Il nome di Véran è stato più volte scandito dai manifestanti sul piede di guerra, che dicono di aspettarlo quanto prima in città. Il ministro della Sanità farà visita all’ospedale pubblico Timone, in particolare al reparto di rianimazione, ed incontrerà il controverso epidemiologo, Didier Raoult, al’Istituto ospedaliero universitario del Mediterraneo. Lo stesso Raoult ha gettato benzina sul fuoco, accusando gli ospedali pubblici di Marsiglia di lanciare “messaggi allarmisti che non rispecchiano la realtà e hanno spinto il governo a varare nuove restrizioni”, come riferito da Le Monde che ha pubblicato la sua lettera. 

Contro l’esecutivo parigino è scesa in campo anche l’Unione degli imprenditori delle Bouches-du-Rhône, che denuncia un “riconfinamento economico” ed esprime sdegno per “vedere il capoluogo trattato da cattivo alunno dal resto del Paese”. Unendo la loro voce all’accorato appello lanciato nelle scorse ore da alti responsabili politici regionali e da sindaci, gli imprenditori chiedono una moratoria di 10 giorni sui provvedimenti annunciati ieri sera per consentire a tutti di attuare i gesti barriera e i divieti già decisi dal prefetto il 14 settembre.

“Dobbiamo lasciare il tempo che producano il loro effetto, ma senza mettere in pericolo sul lungo termine l’economia e l’occupazione di un intero territorio” hanno insistito i vertici della categoria. In un appello, firmato da 50 politici locali di destra e di sinistra, il governo viene accusato di “commettere un errore strategico fondamentale: aggravare la crisi economica, fabbricare una crisi sociale senza risolvere quella sanitaria”.

Il presidente della regione Paca Muselier, ha presentato un ricorso d’urgenza dinanzi al tribunale amministrativo di Marsiglia per sospendere il contestato decreto prefettizio che impone le nuove misure restrittive, tra cui la totale chiusura dei bar, ristoranti nella zona di massima allerta e alle ore 22 altrove. Non è bastato ad arginare la valanga di critiche la decisione del ministero dell’Economia di sbloccare nuovi aiuti finanziari ed agevolazioni fiscali per tutte le attività commerciali colpite dalle ultime norme, anche le palestre.

Esenzione di pagamento dei contributi sociali, accesso agevolato al fondo di solidarietà con aiuti tra 2 e 10 mila euro, copertura totale della disoccupazione parziale da parte dello Stato, sono alcuni dei provvedimenti annunciati dal premier Jean Castex, che si aggiungono a quelli varati nei mesi scorsi. Il malcontento è palpabile anche a Parigi, dove il prefetto di polizia ha trasmesso le nuove direttive ai sindaci di tutte le circoscrizione. Confermata a partire da lunedì la chiusura dei bar alle 22.00 mentre i ristoranti “che non servono alcool senza cibo” non sono coinvolti da questa restrizione.

La prefettura della capitale ha optato per una linea “morbida” in materia di attività scolastiche ed extra-scolastiche, acconsentendo a mantenere aperte palestre e piscine comunali oltre agli impianti sportivi all’aperto per permettere ai minorenni di continuare a fare sport. Ribadito il divieto di assembramento di più di 10 persone nello spazio pubblico, che però non riguarda cimiteri, né attività professionali quali cantieri, set cinematografici e guide turistiche. Saranno autorizzate le cerimonie di matrimonio ma non i ricevimenti e per i grandi eventi culturali e sportivi, a cominciare da Roland Garros che prende il via domenica, il pubblico non potrà superare le mille presenze. 

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Fonte: estero agi