Mar Rosso, sciame di droni Houthi poi sei cannonate


Quale sarà il ruolo dell’Italia nel contrasto agli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi nel Mar Rosso? Lo spiega Il capo di Stato maggiore della Marina militare, Enrico Credendino, in un’intervista a Repubblica. Il Caio Duilio, cacciatorpediniere che ha abbattuto un drone, “è una nave concepita proprio per queste missioni e può affrontare tutto l’arsenale degli Houti: oltre ai droni, anche i missili da crociera e quelli balistici”, spiega l’ammiraglio.
“Ormai la Marina viene chiamata a svolgere un lavoro straordinario: abbiamo toccato il record di 42 navi operative contemporaneamente su sessanta; adesso sono in media 35. Ma la crisi nel Mar Rosso ha fatto comprendere a tutti i cittadini l’importanza delle rotte marittime”, afferma Credendino. Si temono altri attacchi? “Il cacciatorpediniere “Caio Duilio” ha i sensori e gli armamenti che servono per fronteggiare le minacce, ma soprattutto un lungo addestramento. Abbiamo dei droni-bersaglio che sono molto simili a quelli degli Houti e prima di partire prepariamo gli equipaggi ad abbatterli usando i cannoni di bordo”, afferma l’ammiraglio. Sull’ultimo episodio il comandante del Duilio “ha sempre avuto la situazione sotto controllo: è stato avvistato uno sciame di droni, poi uno si è staccato e ha puntato verso il “Caio Duilio”. Il comandante ha trasmesso avvisi via radio, poi ha identificato l’ordigno nell’oscurità con un visore all’infrarosso e aperto il fuoco: lo hanno abbattuto con sei colpi di cannone. Agiamo solo in maniera difensiva”.

Ci sono poi le tensioni legate alla guerra in Ucraina: “Nell’estate 2022 una fregata russa a Otranto ha manovrato a meno di mille metri da una nostra. E la fregata “Carabiniere” si è dovuta interporre tra una portaerei statunitense e un’unità di Mosca che si è messa a lanciare droni proprio mentre decollavano i jet Usa: un modo di disturbare che non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda”, afferma il capo di Stato maggiore che spiega come grande attenzione sia rivolta alla sicurezza dei cavi sottomarini di Telecomunicazioni: “Noi dobbiamo sapere chi transita nei fondali, dove lo fa e perché. Quindi servono sensori, centrali di comando e droni in grado di intervenire, guidati da navi-madre che saranno a loro volta con o senza equipaggio. È un settore su cui dobbiamo investire: il ministro della Difesa Guido Crosetto intervenendo al lancio del Polo della Subacquea ha detto che le risorse per i fondali dovranno essere pari a quelle per lo Spazio”.