Mar Rosso, escalation pericolosa: in ballo il 90% della connettività Europa-Asia


La guerra civile yemenita sta creando difficoltà nella posa dei nuovi cavi sottomarini determinanti per far fronte all’aumento esplosivo del traffico dati intercontinentale. Nell’ambito di 2Africa, ancora da realizzare il dispiegamento di una lunga tratta. E nell’area sono pianificati numerosi progetti da Iex a Africa-1, da Raman a SeaMeWe-6. A rischio le roadmap. Intanto Sparkle espande la sua rete in Iraq
Il Mar Rosso è attualmente un punto caldo globale, da più punti vista. Quello geopolitico, innanzitutto, a causa dei ripetuti attacchi dei ribelli Houthi yemeniti contro le navi commerciali. Ma anche quello economico. Se, infatti, da un lato questa insenatura rappresenta un nodo strategico per il commercio globale, dall’altro non va scordato che svolge anche un ruolo vitale per le reti di comunicazione di tutto il mondo: molti Paesi asiatici, dell’Africa orientale e del Medio Oriente si affidano proprio ai cavi del Mar Rosso per accedere all’Europa. Secondo gli ultimi dati di TeleGeography, oltre il 90% di tutta la capacità Europa-Asia passa di qui.
L’escalation di violenza che vede protagonista questo nevralgico territorio rende quindi sempre più d’attualità una riflessione sul futuro del Mar Rosso come hub cruciale delle tlc globali.
Progetti in itinere in una situazione geopolitica complicata
Dal momento in cui la domanda di larghezza di banda internazionale continua a crescere rapidamente in tutto il mondo, gli operatori di rete stanno rispondendo con investimenti in un gran numero di nuovi cavi. Questo include diversi nuovi progetti nel Mar Rosso. Anche prima della recente ondata di attacchi ribelli alle navi commerciali, la guerra civile yemenita ha creato problemi burocratici per i permessi. Le navi posacavi richiedono permessi per entrare nelle acque territoriali di un paese. E quando due entità diverse rivendicano la stessa porzione di mare, la situazione diventa complicata.
Il massiccio cavo 2Africa, che è in gran parte posato, deve ancora realizzare il dispiegamento di un lungo tratto di cavo che giacerebbe nelle acque yemenite. Altri cavi pianificati per attraversare il Mar Rosso nei prossimi anni includono Iex, Africa-1, Raman e SeaMeWe-6. Secondo l’analisi di TeleGeography, garantire che questi cavi possano essere dispiegati è “vitale per soddisfare le future esigenze di domanda per l’Africa orientale, il Medio Oriente e l’India”.
La difficile sfida della manutenzione dei cavi esistenti
Ma le sfide aperte sono molte. Con il dispiegamento di nuovi cavi nel Mar Rosso, l’importanza dei cavi esistenti è ulteriormente aumentata. Manutenzione di routine e riparazioni dei cavi sono infatti sempre più necessarie per mantenere questi cavi funzionanti.
A novembre, Global Cloud Xchange è stata in grado di completare la manutenzione programmata sul cavo Falcon dell’azienda nelle acque yemenite. Tuttavia, le future riparazioni potrebbero rivelarsi difficili se i cavi vengono danneggiati in aree con alti livelli di attività ribelle.
Dopotutto, anche se una nave per la riparazione dei cavi è autorizzata ad entrare nelle acque e recuperare il cavo danneggiato, completare una riparazione delicata potrebbe essere difficile. Questo spesso richiede che le navi posacavi rimangano in un’area per giorni.
Se una nave posacavi stazionaria fosse attaccata nel mezzo di una riparazione, le manovre evasive potrebbero non essere possibili. Gli operatori delle navi posacavi potrebbero quindi decidere che queste riparazioni non valgono il rischio per le loro navi e l’equipaggio.
Il caso di un danno irreparabile: quali reti usare?
Cosa succederebbe se si verificassero danni ai cavi del Mar Rosso che non possono essere riparati immediatamente? Nella maggior parte dei casi, i dati possono continuare a fluire utilizzando sistemi e percorsi alternativi. I paesi del Golfo potrebbero accedere all’Europa tramite collegamenti di rete terrestri all’Arabia Saudita. L’India ha collegamenti verso est fino a Singapore. I paesi dell’Africa orientale potrebbero deviare il traffico lungo la costa occidentale del continente. Ma non è possibile reindirizzare rapidamente e completamente tutto il traffico esistente lungo altri percorsi.
Necessità di una rapida stabilizzazione
“Si spera che la situazione in questa parte del mondo si stabilizzi nel breve termine – conclude quindi TeleGeography -. Fino ad allora, i rischi persisteranno per i cavi esistenti e pianificati nel Mar Rosso”.
Sparkle espande la sua rete in Iraq
Intanto, sempre sul fronte infrastrutture, Sparkle annuncia l’espansione della propria rete in Iraq con l’apertura di un nuovo Punto di Presenza (PoP) a Erbil in collaborazione con Novel Point, un fornitore internazionale iracheno di connettività e soluzioni Ict. Il PoP di Erbil si avvale del data center all’avanguardia di Novel Point e della dorsale IP globale Tier-1 di Sparkle Seabone (AS6762) per fornire servizi di connettività Internet di prim’ordine al mercato iracheno e ai Paesi limitrofi.
Collegandosi al PoP di Sparkle a Erbil, operatori di rete, Isp, Ott, content e application provider possono usufruire di servizi di transito IP affidabili e a bassa latenza in multipli scalabili da 10 GB a 100 GB. Inoltre, i clienti hanno a disposizione una gamma completa di soluzioni IP che comprendono anche i servizi DDoS Protection, che offre la possibilità di proteggere la propria rete dagli attacchi, e Virtual NAP che fornisce accesso virtuale ai principali Internet Exchange Point (Ixp) senza la necessità di costruire infrastrutture proprietarie. “Con l’apertura del PoP a Erbil, Sparkl

DI Veronica Balocco – fonte: https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/banda-ultralarga/mar-rosso-escalation-pericolosa-in-ballo-il-90-della-connettivita-europa-asia/