Le evidenze climatiche di questi ultimi anni mostrano come soprattutto sulle colture più diffuse in Puglia, a partire da frutteti, uliveti, ortaggi in pieno campo, pomodori e cereali, sono gli andamenti climatici (pioggia persistente, mancanza di acqua prolungata e siccità, sviluppo conseguente di malattie ecc.) che determinano la diminuzione delle produzioni e quindi dei redditi. La tropicalizzazione del clima con fenomeni violenti e controversi che si abbattono sulle campagne – conclude Coldiretti Puglia – ha provocato 3 miliardi di euro di danni in Puglia negli ultimi 10 anni. Per sostenere le produzioni pugliesi che rappresentano il 50% delle olive Italiane, resistere ai cambiamenti climatici e difendere la sovranità alimentare nazionale – afferma Coldiretti Puglia – occorre realizzare nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, contrastare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole e dei frantoi e realizzare nuovi sistemi di irrigazione ma – continua Coldiretti regionale – servono anche opere infrastrutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve. Non è più rinviabile un piano strategico nazionale dell’olivicoltura che metta al centro le aziende che sono sul mercato, producono reddito e occupazione, oltre al recupero dei tanti uliveti abbandonati – conclude Coldiretti – che devono essere rinnovati per ridare ossigeno e speranze ai territori. – Una grandinata killer ha colpito duramente le campagne del nord barese con epicentro a Ruvo di Puglia, dove i chicchi di grandine si sono abbattuti sugli oliveti spazzando via le olive e spezzando rami e foglie. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Puglia sugli effetti del maltempo improvviso che si sta abbattendo sulla Puglia. L’arrivo di grandinate improvvise e di nubifragi violenti fa salire il conto dei danni nelle campagne in un territorio duramente provato dal caldo e dalla siccità che ha seccato la terra, scottato la frutta e la verdura, impoverito i raccolti di grano, danneggiato il pomodoro da conserva e l’uva da vino e tagliato la disponibilità di foraggio per gli animali nei campi arsi dal sole o andati a fuoco per gli incendi. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – continua la Coldiretti Puglia – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque. Per questo è da rivedere a fondo – afferma Coldiretti Puglia – anche il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale per le calamità naturali che così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi.
“Anche la gestione del rischio e le scelte in tema di assicurazioni in agricoltura vanno profondamente riviste – aggiunge Coldiretti Puglia – perché incidono sulla redditività e sulla liquidità delle imprese agricole, insieme alla corretta programmazione e gestione aziendale”. I fenomeni estremi, oltre ad azzerare le produzioni, danneggiano piante e alberi, con una frequenza e una violenza che gli agricoltori non possono in alcun modo gestire e sopportare in solitudine. (AGI)