Nuova escalation nelle tensioni diplomatiche tra le Maldive e l’India, con la richiesta da parte del governo malediviano a New Delhi di ritirare le proprie truppe dall’isola paradisiaca entro il 15 marzo. L’ultimatum è stato avanzato nel corso del primo incontro del gruppo ristretto bilaterale di alto livello tra le due parti, tenutosi nelle scorse ore a Malé, la capitale. “Il personale militare indiano non può restare alle Maldive. Questa è la politica di questa amministrazione”, ha detto Abdulla Nazim Ibrahim, segretario alle politiche pubbliche nell’ufficio del presidente Mohamed Muizzu. Ci sono circa 80 soldati indiani alle Maldive: Delhi afferma che hanno sede lì per mantenere e gestire due elicotteri di salvataggio e ricognizione e un aereo Dornier donato anni fa. L’allontanamento del personale militare indiano dall’isola era l’impegno elettorale di Muizzu, insediatosi a metà novembre. La sua campagna era incentrata sulla politica di “fuori dall’India”, con la promessa di rimandare a casa le truppe indiane e ridurre l’influenza di Delhi. La dichiarazione diramata dal ministero degli Esteri indiano ha solo riferito che i funzionari dei due Paesi hanno discusso di “trovare soluzioni reciprocamente praticabili per consentire il proseguimento del funzionamento delle piattaforme aeree indiane che forniscono aiuti umanitari e servizi medvac (evacuazione medica) alla popolazione delle Maldive”. Tuttavia il testo diffuso non menziona alcuna scadenza per il ritiro dei soldati indiani dalle isole.
L’incontro Maldive-India ha avuto luogo il giorno dopo il ritorno di Muizzu da una visita di stato in Cina, dove ha avuto colloqui con il presidente Xi Jinping e altri alti funzionari. Pechino e Malé hanno concordato di elevare le loro relazioni a un partenariato di cooperazione strategica globale. Prima del viaggio di Muizzu, era scoppiata una lite tra India e Maldive dopo che tre viceministri maldiviani avevano fatto commenti sprezzanti nei confronti del primo ministro indiano Narendra Modi sui social media. A seguito di tumulti, i tre ministri sono stati sospesi. Tutta la vicenda è nata da un recente viaggio di Modi sull’isola indiana di Lakshadweep e per la promozione delle sue bellezze, interpretata come una campagna pubblicitaria e politica di boicottaggio delle Maldive come destinazione turistica. Per gli osservatori, il presidente Muizzu sta cercando di emanciparsi sia dall’India che dalla Cina. Tra i suoi recenti annunci, c’è la prospettiva di importazioni alimentari dalla Turchia, di medicinali da Europa e Stati Uniti, oltre ad un programma di assicurazione sanitaria statale che potrebbe portare la popolazione a farsi curare a Dubai e in Thailandia, mentre attualmente si reca per lo più in India e Sri Lanka. “Non siamo un Paese che si trova nel cortile di un altro Paese. Siamo una nazione indipendente. Potremmo essere piccoli, ma questo non dà la licenza di maltrattarci “, ha concluso Muizzu in una recente conferenza stampa, di ritorno da Pechino. “Se Malé sta cercando una soluzione diplomatica alla differenza esistente con Delhi, è anche controproducente per il presidente fare tali commenti pubblici che coinvolgono il partner bilaterale più vicino alle Maldive”, ha detto alla BBC Azim Zahir, analista politico maldiviano. Secondo diversi osservatori, commenti come quelli formulati da Muizzu “potrebbero causare danni irreversibili alle relazioni India-Maldive”, col rischio di non riuscire a costruire “alternative davvero fattibili”. Il rischio, secondo Ali Azim, uno dei leader del partito democratico, è che il costo del trasporto di cibo, ad esempio dalla Turchia, sia superiore. La posizione forte del presidente delle Maldive, che sta cercando di suscitare “sentimenti anti-India” in vista delle prossime elezioni parlamentari di marzo, preoccupa la popolazione per possibili ricadute negative. Soprattutto ora che New Delhi sta attuando una “politica estera che mostra i muscoli” e con l’emergere dell’India come potenza economica e militare. Storicamente le Maldive, piccola nazione insulare, dipendono dal suo gigantesco vicino l’India, per la maggior parte del cibo, della costruzione di infrastrutture e dell’assistenza sanitaria, pertanto si tratta di una “presenza prepotente” nell’arcipelago. (AGI)