Beni per 3 milioni di euro sono stati sequestrati, su richiesta della procura di Catania, dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale, a Carmelo Militello, detto “a pizza”, pregiudicato adranita 51enne, ritenuto legato al clan “Tomasello-Mazzaglia-Toscano”, attivo nei territori di Adrano e Biancavilla, riconducibile alla famiglia mafiosa di Santapaola-Ercolano. Le imprese di logistica a trasporti sono intestate ai figli di Militello, con sede ad Adrano e Biancavilla, ma il pregiudicato ne disponeva direttamente. Queste società per anni sarebbero state sotto il controllo delle organizzazioni mafiose, non lasciando spazio alla concorrenza in forza di un patto siglato tra i vertici criminali dei due Comuni etnei. Secondo le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, l’imprenditore sarebbe stata scelto e imposto sia dai vertici dell’associazione mafiosa attiva a Biancavilla, sia dal clan Santangelo-Scalisi attivo ad Adrano. L’indagato avrebbe avuto il ruolo di prestanome e a lui sarebbe stata affidata la gestione della cosiddetta “agenzia” di Biancavilla, deputata al carico delle merci, soprattutto prodotti agroalimentari, i cui introiti sarebbero andati per la maggior parte al clan.
L’agenzia vrebbe avuto un ruolo di intermediazione tra i titolari dei magazzini che raccolgono i prodotti lavorati nei campi e gli autotrasportatori, pretendendo da entrambi delle somme di denaro in percentuale al peso della merce da trasportare. Una estorsione in piena regola, obbligatoria per poter lavorare su quel territorio, notoriamente ricco di aziende agrumicole, che alterava il mercato senza possibilità di scelta di servizi alternativi, e che veniva alimentata dalla forza intimidatrice delle famiglie mafiose. Oltre alle società, il decreto di sequestro ha colpito anche l’abitazione familiare, una villa situata a Santa Maria di Licodia di circa 170 mq su 3.500 mq di terreno, con piscina delle dimensioni di oltre 16 metri.