“Noi familiari dobbiamo aspettare ancora, con la stessa angoscia che si porta dietro la mia famiglia da più di 35 anni”. Così Nino Morana, nipote di Vincenzo Agostino, dopo la decisione ieri della prima sezione della Cassazione di rinviare al 30 gennaio la decisione sul processo per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino e della moglie, Ida Castelluccio. Nell’udienza conclusasi nel pomeriggio la Procura generale aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per il boss Antonino Madonia, di recente indagato dalla procura di Palermo anche per l’omicidio del presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Capo dello Stato. Il poliziotto e la moglie incinta furono assassinati il 5 agosto 1989 sul lungomare di Villagrazia di Carini (Palermo).
“Ci auguriamo che i giudici con questa proroga – aggiunge Morana – decidano adeguatamente e condannino definitivamente colui ch eha ucciso brutalmente i miei zii”.
Il procedimento era iniziato molti anni dopo, grazie alla battaglia condotta dai genitori di Agostino, Augusta Schiera e Vincenzo Agostino, oggi entrambi scomparsi. Il padre, che non si tagliò più la barba, che portava bianca e folta, né i capelli dal giorno del delitto, diventò un simbolo della lotta a Cosa nostra. Madonia viene da una “doppia conforme”, ergastolo in primo e secondo grado. L’avvocato Fabio Repici, legale della famiglia, ha sostenuto l’inammissibilità del ricorso. Dello stesso delitto è stato riconosciuto colpevole, in un processo celebrato col rito ordinario, anche l’altro boss Gaetano Scotto: pure per lui è stata decisa la massima pena. (AGI)