Macron o Le Pen? Dopo il confronto la parola al popolo francese


Nelle tre ore di confronto televisivo l’ex ministro delle finanze ha rincarato la dose sulla necessità di una saldatura europea duratura e sull’impossibilità di un’apertura nei confronti di Putin, sostenuta a suo avviso dall’avversaria che non ha nascosto in più occasioni di simpatizzare con alcune linee di governance del Cremlino e per questo è stata accusata spesso di spalleggiare la politica estera russa e l’invasione dell’Ucraina

di Giuseppe Accardi

Avrà luogo domenica 24 aprile in Francia il ballottaggio per decretare il nuovo Presidente della Repubblica, si sfidano il Presidente uscente Macron e la leader Marine Le Pen, in ballo la poltrona più alta dell’Eliseo.

Terminato il primo turno di votazioni il 10 aprile scorso, la Francia si prepara a riaprire le danze elettorali, in vista del ballottaggio che vedrà di fronte la rappresentante di Rassemblement National e l’attuale presidente, esponente e fautore de La République en Marche, che hanno raccolto al primo turno rispettivamente il 23,1 e il 27,8 % dei voti,

Fuori dai giochi Jean Luc Melenchon uscito di scena con più di 7 milioni di voti, ecco che si preannuncia un duello serrato tra i due candidati, con Macron che ha perso più del 10% del consenso rispetto alle elezioni del 2017 e Le Pen che ha guadagnato terreno e crede nella possibilità di volgere a suo favore il ballottaggio.

Proprio la leader di Rassemblement, ha fatto un appello subito dopo la chiusura delle urne, chiedendo a coloro che non hanno votato l’ex Presidente di unirsi alla sua causa per favorire un cambiamento della Francia, con un programma quinquennale, che parte da una riconsiderazione del ruolo Europeo e delle strategie di partnership all’interno della Nato.

Allo stesso tempo però, pare allargarsi il fronte comune che fa capo a Macron, per l’ex banchiere Rothschild infatti gode del pieno sostegno del candidato Mélenchon, il quale ha invitato i suoi elettori a non votare Le Pen, così come gode dell’appoggio di Valérie Pécresse, che non è riuscita con il suo gruppo a raggiungere il 5% dei voti e che auspica una rielezione dell’attuale presidente, inoltre ha espresso parole al miele l’attuale sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, preoccupata dalle posizioni dichiaratamente estreme della Le Pen e del tutto contraria ad una svolta a destra.

Di tutt’altro avviso il candidato Eric Zemmour esponente di destra, che nonostante i dissidi interni e le divergenze con Le Pen auspica un cambiamento alla guida del paese, all’insegna di sicurezza e identità nazionale.

Ciò che preoccupa maggiormente è comunque l’astensionismo al voto dei francesi che ha raggiunto soglie elevate, sfiorando la quota massima del 31% raggiunta nelle elezioni del 2002, questo dato determina un calo della fiducia dell’elettorato nei confronti delle istituzioni repubblicane, scaturita da politiche contraddittorie e da una mancanza di continuità percepita dal popolo d’oltralpe.

Il dibattito pubblico tenuto mercoledì 20 aprile sottolinea ad ogni modo il vantaggio accumulato da Macron in vista del voto di domenica.

Nelle tre ore di confronto infatti l’ex ministro delle finanze ha rincarato la dose, sulla necessità di una saldatura europea duratura e sull’impossibilità di un’apertura nei confronti di Putin, sostenuta a suo avviso dall’avversaria che non ha nascosto in più occasioni di simpatizzare con alcune linee di governance del Cremlino e per questo è stata accusata spesso di spalleggiare la politica estera russa e l’operato in Ucraina.

Il dibattito scaturito in questi giorni è stato e sarà determinante in vista del ballottaggio e risulterà sicuramente decisivo per volgere da una parte o dall’altra il lauto favore dell’elettorato, poco favorevole nello sperimentare un nuovo corso politico e più incline a mantenere posizioni per lo più conservative.

Non ci resta che attendere l’esito delle urne e sperare che il popolo francese con coscienza e raziocinio riesca a scegliere l’alternativa migliore e più adatta alla causa Repubblicana.