AGI – Volano stracci nel Movimento 5 stelle dopo l’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella. Non solo, si ventila la richiesta dei ‘contiani’ di espulsione – attraverso la rete degli iscritti- nei confronti di Luigi Di Maio. Ipotesi sulla quale in molti restano a bocca aperta e sulla quale fonti di M5s assicurano che Beppe Grillo si metterebbe di traverso, ma spuntano anche nuovi retroscena. Intanto, dopo l’ultima assemblea congiunta di domenica 23 gennaio, trapela che il presidente di M5s avrebbe ammonito le voci in dissenso attraverso messaggi whatsapp come ‘non me lo dimentico e ne tengo conto’.
E’ quanto si apprende dalla galassia pentastellata, frastornata dalla sequela di messaggi social nei quali si invita a buttare fuori dal Movimento Luigi Di Maio. Tante fake, si sottolinea, da chi, osservatore attento della rete, fa capire che si tratta di una chiara operazione di bombing dagli account che sostengono da tempo Conte e l’outsider Alessandro Di Battista, con la curiosità che alcuni tweet (125, viene riferito) sono stranieri, visto che arrivano dagli Usa.
Una delegittimazione con la tecnica “del fango”, osservano alcune fonti, che M5s ha sempre criticato quando arrivava, a giudizio di alcuni, dai due ‘Mattei’: Renzi e Salvini. Sulla graticola, nel frattempo, anche tutto lo staff che Giuseppe Conte ha costruito indicando 5 vicepresidenti: secondo alcuni ci sarebbero già delle velate ‘minacce’ sulle ricandidature.
Ma se questo non bastasse, dal basso sale e si condivide fra gli eletti la richiesta di chiarimenti: una assemblea congiunta dei parlamentari va bene, dicono in tanti, ma il chiarimento interno non puo’ essere un ‘dossier’ da sbrigare in poco tempo, magari con uno speech del presidente di M5s e pochi interventi: è necessario chiarire, sapere, conoscere e, soprattutto, poter intervenire. E per farlo serve, almeno, una intera giornata.
Source: agi