“E’ evidente, consolidato e senza possibilità di interpretazioni, come dopo le competizioni elettorali a tutti i livelli, che il simbolo sia del Movimento 5 stelle, che in questi anni si è spezzato la schiena per cambiare il Paese”, si fa osservare ancora. Anche la Costituzione, si fa notare, tutela un partito che con ‘nome e cognome’ siede in Parlamento.
Ma se Conte è pronto alle barricate, anche l’altro fronte si leva in difesa dei propri diritti. “Una diffida a Grillo a esercitare i suoi diritti non regge e il warning di Conte gli fa un baffo. L’avvocato, non del popolo ma delle elite, deve sapere che Grillo andrà avanti, sicuramente”, dicono i ‘lealisti’ che non scartano la possibilità che Grillo arrivi a Roma prima di Natale. I legali, sostengono sempre i ‘grilliani’ doc, “sono già all’opera per presentare il ricorso”. Al momento nulla sarebbe ancora stato recapitato alla sede M5s dove Conte ha registrato un video in cui serra i ranghi e si rivolge soprattutto agli indecisi.
E’ “iniziato un nuovo corso” ripetono in tanti, e Conte lo sancisce con lo “stop alle espulsioni via post scriptum di prima generazione”. “La nostra e’ la casa di tutti gli iscritti, anche di chi aveva una proposta diversa e di chi non ha partecipato e ha avuto dei dubbi. Il dubbio e’ una virtu’, nella misura in cui si predispone al dialogo e non agli insulti”, ha detto. “Abbiamo adottato tutte le cautele del caso. Non abbiamo nessun timore”, Conte liquida così le ipotesi di battaglie legali con Beppe Grillo. “Quando tornero’ a fare il mio mestiere, tornero’ a fare l’avvocato, ma ora non mi occupo io di questo. C’e’ un team”, puntualizza il presidente M5s: “Chi si azzardera’ a intralciare l’azione politica del Movimento trovera’ una barriera solida, anche legale”. E, avverte ancora, “paghera’ anche il risarcimento dei danni”.
Quanto ai dubbi su una omologazione M5s agli altri partiti, sottolinea che “ci sono le condizioni per correre adarmi pari con le altre forze politiche, il che non significa che diventiamo carrieristi”. Conte ‘avvisa’ Grillo: se vai in tribunale perdi e paghi. Io faccio il politico e non l’avvocato, puntualizza, e di questo profilo se ne occuperà un team di avvocati. A riassumerla – dopo l’esito del voto bis sullo Statuto – la posizione del presidente M5s sembra proprio questa. Una sostanziale ‘diffida’, tanto per restare in ambito legale, a chi, ormai ex Garante, al netto di eventuali e ulteriori percorsi di legge, ritiene di potersi ancora appellare ai giudici.
Il nuovo verdetto della base, “non solo politico ma giuridico”, è inesorabile e ha estromesso Grillo dalla guida del Movimento. E questo nonostante ci sia chi, come Danilo Toninelli, ritenga che il comico sceso in politica vincerà su tutti i fronti. A Campo Marzio si continua a respirare aria di tranquillità: “Dopo ben due voti ripetuti, e l’ultimo con la partecipazione di oltre l’80 per cento degli iscritti, non della maggioranza assoluta, non c’è di che contendere”, dice chi segue da vicino la questione, compresi eventuali ricorsi alle carte bollate. (AGI)