I palestinesi si preparano al Ramadan con lo spettro di una guerra di cui non si vede la fine e quello della fame a Gaza. Il tutto con dei colloqui di pace arenati, ripresi oggi al Cairo ma con il peso di un impasse che non sembra ancora sciogliersi. Migliaia di poliziotti sono stati dispiegati nelle strette strade della Città Vecchia di Gerusalemme, dove ogni giorno sono attesi decine di migliaia di fedeli nel complesso della moschea di Al Aqsa, uno dei luoghi più sacri dell’Islam. L’area, considerata il luogo più sacro dagli ebrei che la conoscono come Monte del Tempio, è da tempo un focolaio di disordini. L’incessante campagna di Israele a Gaza ha suscitato crescente allarme in tutto il mondo poiché il crescente rischio di carestia minaccia di aggiungersi a un bilancio delle vittime che ha già superato, secondo gli ultimi dati di oggi del ministero della Salute di Hamas, le 31.000 persone. Dopo un po’ di confusione il mese scorso, quando il ministro della Sicurezza di estrema destra Itamar Ben Gvir ha affermato di volere restrizioni sui fedeli ad Al Aqsa, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che il numero degli ammessi sarebbe stato simile a quello dell’anno scorso. “Questa è la nostra moschea e dobbiamo prendercene cura”, ha detto Azzam Al-Khatib, direttore generale del Waqf di Gerusalemme, la fondazione religiosa che sovrintende ad Al Aqsa. “Dobbiamo proteggere la presenza dei musulmani in questa moschea, che dovrebbero poter entrare in gran numero in modo pacifico e sicuro” secondo quanto riporta Reuters. A seconda delle osservazioni lunari, il Ramadan inizierà lunedì o martedì di questa settimana. Ma a differenza degli anni precedenti, le consuete decorazioni attorno alla Città Vecchia non sono state montate e si è registrato un tono cupo simile nelle città della Cisgiordania occupata, dove circa 400 palestinesi sono stati uccisi negli scontri con le forze di sicurezza o con i coloni ebrei. “Abbiamo deciso quest’anno che la Città Vecchia di Gerusalemme non sarà decorata in segno di rispetto per il sangue dei nostri figli, degli anziani e dei martiri”, ha detto Ammar Sider, leader della comunità della Città Vecchia. La polizia ha affermato che stava lavorando per garantire un Ramadan pacifico e di aver adottato misure aggiuntive per reprimere quelle che hanno descritto come informazioni provocatorie e distorte sui social network e di aver arrestato 20 persone sospettate di incitamento al terrorismo. “La polizia israeliana continuerà ad agire e consentirà l’osservanza delle preghiere del Ramadan in sicurezza sul Monte del Tempio, mantenendo la sicurezza e l’incolumità nell’area”, ha affermato la polizia in una nota. L’anno scorso, gli scontri scoppiati quando la polizia entrò nel complesso della moschea, attirarono la condanna della Lega Araba e dell’Arabia Saudita, con la quale Israele aveva cercato di normalizzare i rapporti diplomatici, estendendo la sua spinta a costruire legami con le potenze regionali, compresi gli Emirati Arabi Uniti.
Intanto le speranze per un cessate il fuoco prima del Ramadan sembrano essere andate deluse, nonostante il pressing del presidente americano Joe Biden che in un intervista a Msnbc nella notte, ha affermato di “non essersi ancora arreso”. Un nuovo round negoziale è iniziato oggi al Cairo, secondo quanto fa sapere l’Egitto, ai cui colloqui parteciperanno i mediatori di Qatar e Stati Uniti, con una delegazione di rappresentanti di Hamas. La nuova tornata negoziale mira ad affrontare i risultati dell’incontro di Parigi di fine febbraio sul raggiungimento di un cessate il fuoco e sullo scambio di prigionieri e ostaggi, ma soprattutto a porre fine alle operazioni militari israeliane a Gaza, a garantire il ritorno dei palestinesi sfollati alle loro case e ad agevolare l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia.
Ma la proposta in 11 punti ‘non negoziabile’ di Hamas e l’ostinazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che continua ad affermare che Tel Aviv “resistera’ alle crescenti pressioni internazionali” per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, poiche’ l’obiettivo e’ la “vittoria totale”, stanno affievolendo di ora in ora le speranze di tregua.
A conferma oggi l’esercito israeliano ha nuovamente sganciato le sue bombe su Gaza, uccidendo decine di persone alla vigilia del Ramadan e nel bel mezzo della mobilitazione internazionale per inviare aiuti umanitari alla popolazione civile sotto assedio e minacciata di carestia. Secondo le autorità di Hamas, almeno 85 palestinesi sono morti nelle ultime 24 ore in più di 60 attacchi notturni che hanno colpito anche case nella zona centrale e meridionale di Gaza, soprattutto a Khan Younes. (AGI)
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