Il premier israeliano Benjamin Netanyahu come i più sanguinari dittatori della storia e la Turchia che rimane “fermamente” al fianco dell’organizzazione palestinese Hamas. E’ l’ultimo attacco del presidente turco Recep Tayyip Erdogan nei confronti di Israele, parole al vetriolo pronunciare questa mattina per ribadire che la Turchia rimane al fianco dei palestinesi e chiedere che il governo israeliano paghi dinanzi alla legge per i crimini commessi.
“Netanyahu e il suo governo con i crimini commessi a Gaza hanno scritto il loro nome a fianco di Hitler, Stalin e Mussolini, sono i nazisti dei giorni nostri”, ha detto Erdogan prima di ribadire il sostegno ad Hamas. “Nessuno ci puo’ obbligare a qualificare Hamas come un’organizzazione terroristica, la Turchia parla apertamente con i leader di Hamas e li sostiene”, ha rincarato la dose. Parole che arrivano quando la trattativa per un cessate il fuoco durante il mese sacro del Ramadan giace su un binario morto. Israele non vuole cedere alla proposta di Hamas, che chiede la liberazione di esponenti della resistenza palestinese nelle carceri dello Stato ebraico. Tra questi Marwan Barghouti, uno dei capi della prima e seconda Intifada, indicato da molti come uno dei possibili leader per il futuro della Palestina. Sullo sfondo il dramma degli ostaggi israeliani, dal 7 ottobre prigionieri di Hamas a Gaza. Un duro prezzo pagato a questa guerra anche dai circa 2 milioni e mezzo di civili intrappolati nella Striscia. Dopo che ieri cinque persone sono morte, sotto le casse di aiuti lanciati con paracadute malfunzionanti, si cercano nuove vie per alleviare la sofferenza della popolazione. Usa e Ue hanno annunciato l’apertura di un corridoio marittimo per gli aiuti umanitari. Una via di mare la cui sicurezza sara’ testata dalla ong spagnola Open Arms, che tentera’ di consegnare 200 tonnellate di cibo. Nonostante l’annuncio dato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dalla Spagna i leader del progetto hanno specificato di non aver ricevuto nessun sostegno economico da Bruxelles.
“Questa nave e’ il risultato di un lavoro immenso, senza sosta. Se la Ue vuole fare il suo le porte sono aperte, ma fino ad ora gli sforzi sono stati esclusivamente i nostri”, ha fatto sapere Open Arms in un comunicato. La nave e’ pronta a salpare da Cipro in direzione Gaza. La stessa isola del Mediterraneo era stata al centro di una polemica proprio con la Turchia, dopo che il ministro degli Esteri Hakan Fidan aveva accusato Cipro di fungere da centro di smistamento per l’invio di armi americane e britanniche in Israele. Stavolta pero’ il carico comprende provviste della ong e di World Central Kitchen, fondata dal famoso chef spagnolo Jose Andres. Cibo raccolto negli ultimi mesi e pronto da dicembre, che pero’ ora ha avuto il via libera non solo dei palestinesi, ma anche dell’amministrazione cipriota e di Israele. Per l’attracco e’ stata predisposta una parte di spiaggia su cui non sono stati forniti dettagli per motivi di sicurezza. E’ stato tuttavia specificato che sara’ il personale di World Central Kitchen a incaricarsi della consegna di farina, scatole di tonno e carne alla popolazione. Un corridoio umanitario che dovrebbe fungere da apripista per un molo galleggiante che gli Stati Uniti vogliono creare al largo delle coste di Gaza. Il progetto punta, con mille ausiliari di esercito e marina, a consegnare 2 milioni di pasti al giorno, ma per la sua realizzazione potrebbero servire altri due mesi, come ha spiegato il portavoce del Pentagono Pat Ryder. Ryder ha anche specificato che i militari americani “non metteranno piede a Gaza”.
Iniziative che mirano a portare sollievo alla popolazione intrappolata tra le macerie di un’area distrutta. Secondo quanto dichiarato dal presidente egiziano Abdel Fettah Al Sisi, per ricostruire Gaza serviranno 90 mila milioni di dollari. Al Sisi ha ribadito che l’Egitto “non si risparmiera” nella ricerca di un’intesa per un cessate il fuoco e per permettere agli aiuti umanitari di raggiungere i civili della Striscia. (AGI)
TUY/FRA