M.O.: media, presto in Egitto delegazioni Usa e Israele

Egyptian President Abdel Fattah al-Sisi meets with Israeli Prime Minister Naftali Bennett, in the Red Sea resort of Sharm el-Sheikh, Egypt, September 13, 2021 in this handout picture courtesy of the Egyptian Presidency. The Egyptian Presidency/Handout via REUTERS ATTENTION EDITORS - THIS IMAGE WAS PROVIDED BY A THIRD PARTY.


L’Egitto ospiterà nei prossimi giorni delegazioni di Stati Uniti e Israele per affrontare i “punti in sospeso” riguardanti un possibile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, dopo che Hamas ha presentato una proposta di accordo rivista. Lo ha riferito la televisione di stato Al Qahera News.
Una fonte “di alto livello” citata dalla rete, molto vicina ai servizi di intelligence del Paese nordafricano, ha affermato che il Cairo sta allacciando una serie di contatti con “tutte le parti” con l’obiettivo di “promuovere gli sforzi per raggiungere un accordo sulla tregua nella Striscia di Gaza”.
Allo stesso modo, ha indicato che il gruppo di mediazione egiziano è in contatto con la delegazione di Hamas per discutere i punti in sospeso per arrivare alla cessazione delle ostilità e realizzare uno scambio di ostaggi israeliani a Gaza con prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.
Mercoledì sera il leader dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha presentato ai mediatori una proposta di nuovo accordo; e il capo del Mossad, David Barnea – che guida la squadra negoziale israeliana – ha fatto un viaggio lampo venerdì per ricevere la proposta e incontrare il primo ministro del Qatar, principale mediatore. Dopo il viaggio, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha incaricato la sua squadra negoziale di tornare a Doha la prossima settimana per riprendere i negoziati, anche se ha ammesso che ci sono ancora “lacune” nelle posizioni di entrambe le parti.
Hamas ritiene fondamentale che ogni patto culmini nella cessazione definitiva delle ostilità e nel ritiro delle truppe israeliane, anche se nelle ultime ore è circolata la notizia che potrebbe accettare anche lo scenario di una “tregua graduale” previe “garanzie scritte” sul fatto che Israele continuerebbe i negoziati per un cessate il fuoco permanente. Netanyahu, dal canto suo, insiste che la guerra non finirà finché Israele non avrà completato la distruzione delle capacità militari e di governo del gruppo palestinese e non avrà ottenuto il ritorno di tutti gli ostaggi, vivi e morti. (AGI)
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