M.O.: Knesset vieta al canale al-Jazeera trasmettere in Israele


“Al Jazeera ha danneggiato la sicurezza di Israele, ha partecipato attivamente al massacro del 7 ottobre”, il sanguinoso attacco contro Israele, “e ha incitato contro i nostri soldati. È ora di rimuovere lo shofar (il corno con cui, secondo la tradizione ebraica, si mette in guardia la comunità) di Hamas nel nostro Paese”, ha aggiunto Netanyahu.
La legge era stata approvata in prima lettura nella plenaria della Knesset a febbraio ed è ora passata in seconda e terza lettura dopo mesi di dibattito con il gabinetto di sicurezza. La legge conferisce al ministro delle Comunicazioni il potere di ordinare ai “fornitori di contenuti”, per un periodo rinnovabile di 45 giorni, di terminare la loro ritrasmissione dal Paese; oltre alla chiusura dei loro uffici, alla confisca delle attrezzature e al blocco del server del sito web. Come precisato nel disegno di legge, l’ordine di chiudere un’emittente di notizie straniero deve essere sottoposto al controllo giurisdizionale di un tribunale distrettuale, che deve decidere entro 72 ore se modificare o abbreviare il periodo dell’ordine. Il ministro israeliano delle Comunicazioni Shlomo Karhi è d’accordo con Netanyahu e assicura che “non ci sarà libertà di espressione per i portavoce di Hamas in Israele” e che “Al Jazeera chiuderà nei prossimi giorni”.
Ottenere informazioni di prima mano su ciò che sta accadendo nella devastata enclave palestinese è difficile, perché Israele ha impedito l’ingresso della stampa internazionale a Gaza dall’inizio della guerra, quasi sei mesi fa. Al Jazeera è uno dei canali con i giornalisti più attivi nella Striscia e da ottobre riferisce dei bombardamenti contro ospedali, degli attacchi a edifici residenziali e della morte di cittadini di Gaza disarmati, raid che -secondo alcuni- potrebbero costituire crimini di guerra. Anche molti dei suoi giornalisti sono stati uccisi negli attacchi israeliani, come Hamza Wael Dahdouh e Mustafa Thuria quando un missile ha colpito il loro veicolo nel sud di Gaza; mentre corrispondenti famosi come Wael Dahdouh hanno perso la maggior parte dei loro famigliari (compreso il figlio primogenito e giornalista, Hamza). (AGI)