Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo che fissa sanzioni finanziarie e blocco del visto per quattro coloni che vivono in Cisgiordania e accusati di aver preso parte a violenze che hanno raggiunto “livelli intollerabili”. Il provvedimento vieta agli estremisti ebrei di soggiornare negli Stati Uniti. Inoltre i loro beni verranno congelati. Nella nota della Casa Bianca si parla di “violenze, intimidazioni, minacce” nei confronti dei palestinesi, tensioni che, secondo Biden, “minacciano la sicurezza” anche degli Stati Uniti. Il rischio, ha fatto capire l’amministrazione americana, è che questi episodi di intolleranza e soprusi nei confronti dei palestinesi in Cisgiordania possano infiammare la regione e portare a nuovi attentati terroristici.
Nelle prossime ore l’amministrazione Usa fornirà dettagli riguardo alle misure prese. Ma intanto il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha bocciato la decisione di Biden. “Non c’è motivo – ha commentato – di adottare misure straordinarie. La maggioranza assoluta dei residenti in Giudea-Samaria (la Cisgiordania, ndr) è formata da cittadini rispettosi della legge”. “In questi giorni – ha aggiunto – i residenti della Giudea-Samaria sono impegnati nella difesa di Israele”. Netanyahu ha inoltre ricordato che “Israele punisce chiunque infranga la legge e in ogni posto”.
Quella che nel linguaggio della diplomazia internazionale viene chiamata “West Bank”, perché sulla riva occidentale del fiume Giordano, in Medio Oriente, fa parte, assieme alla Striscia di Gaza, dei territori palestinesi. Dal 1967 questa terra è occupata da Israele e segnata da violenze che il conflitto tra Hamas e Israele, seguito al massacro di palestinesi del 7 ottobre, ha intensificato. In Cisgiordania vivono più di 2,9 milioni di palestinesi, mentre gli israeliani sono quasi mezzo milione, in gran parte coloni i cui insediamenti sono stati definiti illegali, secondo il diritto internazionale. (AGI)
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