L’ultimo film del regista messicano, “La fiera delle illusioni”, remake di un’opera del 1947
di Franco La Magna
Una natura umana votata al male. La bestia immonda che si agita dentro un animo tenebroso, chiusa nel suo mondo buio, finalmente libera d’ingannare perseguendo il summum bonum di un’etica comunemente accettata, qui perseguita violandone i percorsi legittimi: l’arricchimento, il denaro, carpito sfruttando ingenuità, oscuri e mai placati sensi di colpa, lo stupore suscitato da ciò che appare inspiegabile che in realtà è soltanto illusione e frode.
Tratto dall’omonimo romanzo scritto nel 1946 da William Lindsay Gresham. “La fiera delle illusioni – Nightmare Alley”, ultimo film di Guillermo del Toro (dopo l’acclamato “La forma dell’acqua” del 2017, che fece incetta di Oscar, ben quattro vinti su tredici nomination ricevute) torna sulla natura bestiale degli esseri umani, mostrando un campionario di vizi capitali, ma stavolta – in opposizione al film precedente – ribaltandone i caratteri morali, per esplorarne i recessi più cupi, fino alle estreme conseguenze.
Il titolo “Nightmare Alley” ne fornisce già i risvolti raccapriccianti, tessendo un vero e proprio multigenere, dal noir al thriller, con accensioni horror sostenute dall’uso psicologico degli elementi atmosferici (pioggia battente, vento, neve, freddo…) che avvolgono l’atmosfera del film in una sorta di buio fisico (dall’inizio nel baraccone delle giostre e delle illusioni, fino alla finta apparizione), metafora di quello della coscienza del protagonista, destinato fin dall’inizio alle fiamme dell’inferno che divampano già nella scena iniziale.
Cast stellare Bradley Cooper, Cate Blanchett, Rooney Mara, Willem Defoe e Toni Colette per questo remake (con lo stesso titolo il romanzo era già portato in scena nel lontano 1947 da Edmund Goulding, interpretato dal divo Tyrone Power).