Lunga notte di trattative sul Recovery fund. Conte: "Il confronto sta diventando più risolutivo"


AGI – Un’altra nottata di trattative a Bruxelles sul Recovery Fund e il bilancio pluriennale della Ue. Al terzo giorno di negoziati e al termine di una lunga giornata di bilaterali, riunioni ristrette e mini-summit, i 27 si sono seduti al tavolo della plenaria intorno alle 19,30 senza un accordo. Poche ore dopo il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha sospeso i lavori per una pausa che doveva durare 45 minuti ma dopo tre ore dallo stop la riunione non è ancora ripresa. Il summit europeo è stato riconvocato per le 14. 

“In questo momento ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni e il confronto diventa più risolutivo: spero domani si possa iniziare a valutare alcuni aggiornamenti delle poste, frutto dell’intensa negoziazione di questi giorni”, ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, arrivando in albergo al termine della nottata di trattative sul ‘Next generation Ue’. E fonti italiane a chi chiede come va letta la convocazione del consiglio europeo sul ‘Next generation Ue’ per oggi pomeriggio, dopo la trattativa notturna: “Si stanno facendo passi avanti”. 

Michel ha presentato ai leader, non formalmente in quanto non c’è intesa sulle cifre, una nuova proposta negoziale che prevede che il Recovery Fund mantenga la cifra complessiva di 750 miliardi di euro, aggiustando però la composizione dei finanziamenti tra prestiti e sovvenzioni per venire incontro alle proposte dei frugali. Secondo la proposta Michel, 400 miliardi sarebbero erogati come sovvenzioni e 350 miliardi sotto forma di prestiti.

I frugali tuttavia chiedono che questa soglia venga abbassata ulteriormente e spingono per una riduzione complessiva del Fondo. Ma in tarda serata si è aperta una crepa anche nel fronte dei rigoristi. Fonti europee hanno fatto sapere che mentre Austria e Olanda restano ferme sulla loro posizione, Danimarca e Svezia sarebbero pronte ad avvicinarsi alla proposta Michel.

Proposta sostenuta da tutti gli altri 22 leader europei, a cominciare dal fronte sud guidato da Italia e Spagna ma sostenuta anche da Angela Merkel e di Emmanuel Macron. Si ragiona su una cifra di compromesso di 375 miliardi di euro di sovvenzioni, ma al momento, spiegano fonti italiane, la richiesta della maggioranza dei paesi membri è quella di attribuire al Fondo per la ripresa 400 miliardi di sovvenzioni.

Secondo fonti europee se si arrivasse all’accordo sul volume e la composizione del fondo sarebbe possibile arrivare all’accordo anche sulla questione della governance dei piani nazionali di riforma, (ci sarebbe l’accordo sul fatto che i piani nazionali vengano esaminati e votati dall’Ecofin a maggioranza e non all’unanimità come chiedono i frugali), anche se resta ancora da decidere come gestire il successivo passaggio dei piani nazionali al Consiglio europeo.

L’ok all’accordo sul volume del Recovery potrebbe facilitare anche l’intesa sulle condizionalità legate al rispetto dello stato di diritto, spiega una fonte europea. E proprio sulla questione dello Stato di diritto un’altra fonte europea ha fatto sapere che Finlandia, Austria e Paesi Bassi, tre dei cinque cosiddetti Paesi frugali, hanno provato a deviare il negoziato sulle condizionalita’ legate al rispetto dello stato di diritto per evitare di far avanzare la trattativa sul Recovery fund. Ma la tattica negoziale al momento non sembra avere avuto successo e i 27 rimangono incagliati sullo scoglio Recovery. 

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Fonte: estero agi