L’UMANITA SMARRITA DI NANNI MORETTI


Presentato in concorso al festival di Cannes e accolto con un lungo applauso, Tre piani, ultimo film del regista, è il primo tratto da un soggetto non suo. “Doloroso, ma senza dramma, è un inno alla vita, all’umanità, alla pietà”

di Franco La Magna

All’inizio del film l’irruzione della realtà in un (apparentemente) tranquillo condominio borghese romano è così drammatica da lasciare scioccati gli spettatori. Un auto in corsa, dopo aver ucciso una donna che attraversa la strada, sfonda una parete e arresta la sua folle corsa penetrando in un appartamento del pianoterra.
Questo l’incipit sconvolgente dell’ultimo film di Nanni Moretti, Tre piani, tratto dal romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, di cui si è data un’interpretazione freudiana, con i tre piani che rappresenterebbero i tre livelli della personalità, Es, Io e Super io o perfino una politica, metafora della “mentalità d’assedio” degli abitanti di Israele (vedi la relativa voce dedicata al film su “Wikipedia”).
Poco o nulla resta nell’opera del regista degli elementi “fisici” del romanzo, a partire dall’ambientazione (da Tel Aviv a Roma) o dalla scomparsa di alcuni personaggi, mentre permangono quelli che “…affrontano temi universali: la responsabilità delle nostre scelte, il senso di giustizia, la colpa, e anche la responsabilità di essere genitori…
Doloroso, ma senza dramma, è un inno alla vita, all’umanità, alla pietà” (parole dello stesso regista). Emerge la positività, per quanto lacerata, dei personaggi femminili (soprattutto quello interpretato da Margherita Buy), in contrapposizione a quelli maschili, a cui si affida la speranza di una renovatio, del superamento di blocchi mentali, di un ritorno all’amore che latita.
Più che un drastico giro di boa rispetto alla produzione precedente Tre piani ne rappresenta un prosieguo ideale, spostando l’analisi in un microcosmo di tre famiglie borghesi che metaforicamente incarnano l’intera società sofferente (un padre che ossessivamente crede che la figlioletta abbia subito violenza da un anziano vicino di casa; una madre affetta da disturbi psichici, con un marito sempre assente per lavoro; una coppia di giudici, con un figlio difficile il cui disadattamento deriva dal cattivo rapporto soprattutto con il padre che non riesce ad accettarlo e che continua a disprezzarlo). Una umanità confusa, smarrita, alla ricerca d’un amore negato che alla fine si compone in un reciproco, epifanico, perdono di tutte le colpe.