AGI – Si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Roma, Walter Biot, l’ufficiale della Marina Militare arrestato per spionaggio dai carabinieri del Ros, coordinati dalla procura di Roma. Durante l’interrogatorio di convalida e garanzia in collegamento da remoto dal carcere di Regina Coeli il legale di fiducia di Biot ha chiesto al gip gli arresti domiciliari per il proprio assistito. La procura ha invece reiterato la richiesta del carcere. Il giudice si è riservato.
Il capitano di fregata è accusato di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico-militare, spionaggio di notizie di cui è stata vietata la divulgazione.
“Sono frastornato e disorientato, ma pronto a chiarire la mia posizione” ha affermato Biot nel motivare la decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il militare, difeso dall’avvocato Roberto De Vita, ha contestato la ricostruzione della vicenda ma “ha chiesto tempo per raccogliere le idee” e quindi poter affrontare l’interrogatorio
Il caso potrebbe finire al centro di un conflitto di giurisdizione tra procura ordinaria e procura militare. Le indagini dei carabinieri del Ros, con il supporto dell’intelligence interna, sono state coordinate da piazzale Clodio, ma sula vicenda ha aperto un fascicolo di indagine anche la procura militare della capitale e nei prossimi giorni i pm delle due procure dovrebbero vedersi, come accade di solito in questi casi, per confrontarsi sulla competenza: i magistrati militari si aspettano che gli atti vengano trasmessi loro, essendo l’indagato un ufficiale di Marina, ed essendo i reati di natura chiaramente militare.
Nel caso, probabile, emergesse un conflitto di giurisdizione, si avvierebbe un lungo iter procedurale e l’ultima parola spetterebbe alla Cassazione. Una cosa è certa: Biot, se riconosciuto colpevole, rischia condanne davvero pesanti. L’articolo 86 del codice penale militare di pace è quello che riguarda la “rivelazione di segreti militari, a scopo di spionaggio”: prevede la pena dell’ergastolo per il militare che “rivela, nell’interesse di uno Stato estero, notizie concernenti la forza, la preparazione o la difesa militare dello Stato e che devono rimanere segrete”.
Un secondo articolo, l’88, punisce il ‘procacciamento di notizie segrete, a scopo di spionaggio’: “il militare, che, allo scopo di darne comunicazione a uno Stato estero, si procura notizie concernenti la forza, la preparazione o la difesa militare dello Stato e che devono rimanere segrete, è punito con la reclusione non inferiore a 20 anni”. E se il fatto “ha compromesso la preparazione o la difesa militare dello Stato”, anche in questo caso si applica l’ergastolo.
Source: agi