L’opera di Guido Crepax a Città di Castello


Nonostante la grande fetta di mercato che i fumetti hanno conquistato nel circuito delle librerie in questi ultimi anni, l’affermazione culturale del medium fatica a uscire dal passaparola informale. Il florilegio di canali Youtube e account Instagram dedicati al tema spesso non è affiancato da adeguati percorsi museali che permettano alla storia del fumetto di entrare nei templi della cultura. Le cattedre accademiche e universitarie a riguardo sono poi rare e la stragrande maggioranza del lavoro di analisi proviene quindi dagli ambiti degli amatori e dei collezionisti, il cui lodevole intento divulgativo talvolta oscilla però tra l’enciclopedismo e l’iperspecialismo.

I tre figli del famoso fumettista Guido Crepax – già grafico e architetto nonché creatore della saga dei racconti grafici di “Valentina” che spopolarono nella Penisola nella seconda metà dello scorso secolo – sono particolarmente consapevoli di questi problemi. Antonio, Giacomo e Caterina Crepax vivono i limiti dell’approccio italiano alla sua stessa cultura popolare come un problema personale, vista l’eredità del vasto archivio lasciato loro dal padre. «Abbiamo selezionato circa cento delle sue tavole originali» mi informa Antonio parlando della mostra che hanno allestito a Città di Castello in Umbria per la 20esima edizione della kermesse “Tiferno Comics”. «È stato un piacere accogliere la richiesta dell’associazione Amici del Fumetto, presieduta da Gianfranco Bellini, di realizzare una mostra sull’opera complessiva di nostro padre ma non volevamo intasarla con le migliaia di originali che produsse nei decenni della sua attività creativa». Hanno optato quindi per una selezione critica che rendesse chiaro e comprensibile il percorso artistico del padre, a partire da oggetti cult come le illustrazioni per le copertine dei dischi del jazzista Gerry Mulligan fino alla sua prolifica attività nella narrativa grafica “a continuazione” proseguita fino alla morte.

Un itinerario agile adattato in nove stanze che preferiscono comunicare per sineddoche la ricchezza immaginifica del fumettista milanese. «Alcune mostre compiono sforzi impressionanti per raccogliere la totalità della produzione artistica di un autore, come quella su Dino Battaglia, ma una tale ansia di completezza rischia di andare a discapito della fruibilità comunicativa» è la condivisibile riflessione di Antonio.

Nata come uno sforzo familiare, quindi italianissimo, la mostra “Valentina presenta: TUTTOCREPAX” – progettata da Giacomo e arricchita dai cartonati scenografici ideati da Caterina nonché dai testi di Antonio a commento delle opere esposte – sarà visitabile da oggi al 23 ottobre. I visitatori vi troveranno una summa ragionata di ciò che ha rappresentato Guido Crepax per la nostra cultura dal dopoguerra a oggi.

Di Lino Russo