L'Onu sblocca i 'marittimi' fermati dal Covid. Speranza per 6 italiani


AGI – Una risoluzione adottata dalle Nazioni Unite, con il voto unanime dei 193 Paesi, esorta a riconoscere i marittimi come “lavoratori chiave”, con la speranza di spianare la strada per il rientro a casa per circa 400 mila di loro bloccati in mare a causa della pandemia di Covid-19. La risoluzione invita i governi a consentire “il rimpatrio dei marittimi bloccati e ad altri di unirsi alle navi” secondo i protocolli sicuri contro la diffusione del virus.

È un tema che investe da vicino anche l’Italia: in particolare la nave italiana Mba Giovanni dell’armatore Michele Bottiglieri è in attesa dal 29 giugno di entrare nel porto di Huang Hua, in Cina. A bordo ci sono sei marittimi italiani e 13 filippini per cui il tempo sembra essersi fermato.

La nave non può scaricare il carbone imbarcato in Australia per via di una controversia tra Canberra e Pechino, né avvicendare l’equipaggio a causa del Covid. A bordo c’è fra gli altri Giuseppe Pugliese, 42enne di Monte di Procida, che non vede moglie e figli da 14 mesi: l’ultima volta che li ha abbracciati era l’ottobre del 2019.

Ma per gran parte dell’equipaggio il periodo d’imbarco supera gli 11 mesi ed è arrivato anche al triplo di quanto normalmente consentito in era pre-Covid.
La International Chamber of Shipping, con sede a Londra e che rappresenta l’80% della flotta mercantile, ha accolto con favore la risoluzione.

“Questo è un passo significativo nel riconoscere il ruolo cruciale che due milioni di marinai svolgono nel trasporto di alimenti, medicine, forniture energetiche e altre materie prime essenziali in tutto il mondo nel pieno di una pandemia globale”, si legge in una nota. L’industria marittima spera inoltre che la qualifica consentirà ai marittimi di essere tra i gruppi prioritari per beneficiare dei futuri vaccini contro il virus. 

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Fonte: estero agi