Lo studente di Cambridge che ha salvato dal macello il bue conosciuto durante il lockdown


AGI – Durante il lockdown di primavera, Ashwin, studente dell’università di Cambridge, aveva preso l’abitudine di fare lunghe passeggiate nei campi, intorno alla città, dove sin dal Medioevo i bovini erano mandati al pascolo. Sono mandrie abituate alla presenza umana. Gli animali sono piuttosto socievoli e si avvicinano spesso alle persone per mangiare foglie e frutti dalle loro mani. Ogni due giorni Ashwin si recava a nutrirli e un bue, Rufus, finì in particolare per affezionarsi a lui.

“Ogni volta che facevo per allontanarmi, Rufus iniziava a seguirmi e, a volte, a rincorrermi”, ha raccontato Ashwin all’Agi, “quindi iniziò a riconoscermi ogni volta che attraversavo il campo e a corrermi incontro per giocare o chiedermi una mela se ne avevo una. Era molto affettuoso e intelligente e mi cercava se mi nascondevo tra i cespugli o dietro gli alberi. Era chiaro che gli piaceva interagire con le persone e, soprattutto durante la solitudine del lockdown, vederlo arrivare mi regalava sempre un sorriso”.

A essere allevati in quelle campagne sono bovini da carne. Non tollerando l’idea che Rufus potesse essere macellato, Ashwin a luglio decise di salvarlo e portarlo in un santuario. “È stata dura”, spiega Ashwin, “trovare il proprietario della mandria è stato difficile, ho dovuto chiedere al comune. Trovare un santuario con lo spazio e le risorse adatte per ospitarlo è stato altrettanto complicato. I bovini richiedono molto spazio e non sono economici da mantenere, cosa per la quale serve inoltre un permesso. Il proprietario si rivelò comunque molto gentile e disponibile, mi vendette Rufus per un prezzo equo e mi aiutò nel trasferimento presso il santuario, dove Rufus è arrivato la settimana scorsa. La meravigliosa gente del Goodheart Animal Sanctuary nel Worcestershire ha trovato spazio per lui e sembra davvero felice nella sua nuova casa!”.

L’incontro con Rufus ha cambiato la vita di Ashwin. “Nel passato ho provato a limitare il mio consumo di carne ma conoscere Rufus mi ha portato a un’alimentazione vegetariana”, racconta, “prima di conoscerlo non avevo compreso davvero la capacità degli animali di provare non solo sofferenza e tristezza ma anche felicità, gioia, curiosità”.

“Credo sia importante che le persone capiscano da dove viene il loro cibo e come viene prodotto”, prosegue Ashwin, “prima di questa estate non avevo mai interagito con animali da allevamento ma l’incontro con Rufus mi ha dato una nuova prospettiva sui costi fisici ed emotivi dei prodotti animali. Non dico che tutti dovrebbero smettere immediatamente di mangiare carne ma anche fare la decisione conscia di mangiarne meno e di scegliere prodotti biologici avrebbe un grande impatto. Rufus e la sua mandria, per esempio, sono stati fortunati a nutrirsi nei pascoli per la maggior parte dell’anno, invece che essere tenuti nelle stalle a mangiare grano importato, che spesso può avere enormi costi ambientali oltre che essere nocivo per il benessere degli animali”.

L’unico rammarico di Ashwin è che, con il nuovo lockdown, non può ancora andare a trovare il suo amico a quattro zampe nella sua nuova dimora. “Questa estate lo vedevo quasi tutti i giorni”, dice, “mi manca davvero, spero di visitarlo non appena le regole lo permetteranno”.

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Fonte: estero agi