Nell’idea di Kuma, l’onda di questo tessuto sintetico, con il suo costante movimento, è l’emblema dell’azione dell’opera lirica e una vera e propria arte totalizzante, all’interno della quale lo spettatore viene calamitato.
Tornando alla rappresentazione, è Ludovic Tézier il doge genovese Simon Boccanegra. Ed è di nuovo al San Carlo Marina Rebeka, che darà volto e voce a Maria Boccanegra. Debutto al Lirico napoletano per Michele Spotti, che dirigerà orchestra e coro del teatro, quest’ultimo preparato da Fabrizio Cassi. Grazie alla partnership con l’azienda che produce il tessuto, sono state rivestire con l’iconica nuance del rosso teatrale le poltroncine del Loggione e della quinta e sesta fila.
“Da molto tempo questo teatro ha la tradizione della modernità – sottolinea il soprintendente Stéphane Lissner – nel senso che tanti grandi artisti sono stati per collaborare con il teatro, ma oggi è un momento storico per il San Carlo, che ospita questo lavoro di Kengo Kuma. Guardando l’allestimento si capisce che lui ha studiato l’opera di Verdi e ha creato atmosfere speciali”.
Il sindaco di Napoli e presidente della fondazione San Carlo, Gaetano Manfredi, ricorda il primo incontro con Kuma, avvenuto quando ricopriva il ruolo di rettore dell’università Federico II. “Abbiamo collaborato sul tema dell’architettura naturale – prosegue – utilizzando prodotti naturali, che è la filosofia fondante dell’architetto giapponese. L’allestimento rappresenta il senso di nuovo nell’ambito della lirica, che è una grandissima tradizione del nostro Paese, ma dev’essere anche oggetto di rinnovamento e di reinterpretazione. E’ una sintesi tra la grande tradizione dell’opera lirica italiana e il valore dell’innovazione nella visione nei materiali, nella rappresentazione scenica e simbolica”.
Kuma si dice “onorato” di essere al San Carlo, che “è il teatro più antico e importante del mondo. Ho scelto questo termine onomatopeico, ‘Shiwa Shiwa’, perché l’architettura può risultare difficile da spiegare, con queste espressioni può essere compresa da tutti”. Emilia Petruccelli di Edit Napoli si dice emozionata per un sogno che si realizza: “E’ un progetto iniziato sei anni fa, nato con l’idea di integrarci con la bellezza di questo posto. E’ una delle sette opere cult che impreziosiscono il programma di Edit Napoli. Nella parte fieristica, ospitata dall’Archivio di Stato, saranno esposti lavori che vengono da tutto il mondo”. Una superficie di Alcantara di un punto di bianco molto particolare, lunga circa 700 metri quadrati, che domina il palcoscenico. La materia forata, le onde e le pieghe, che si alternano e che traggono ispirazione dal Cristo velato del Sanmartino, danno movimento, ritmo e si sposano con la storia raccontata sul palco. E’ questa la magia trasmessa dall’opera realizzata dall’archistar Kengo Kuma, che costituirà la scenografia per il ‘Simon Boccanegra’ di Giuseppe Verdi, in scena in forma di concerto al teatro San Carlo venerdì alle 20, con replica domenica alle 17. Lo speciale allestimento dell’architetto giapponese è stato realizzato per Alcantara, nell’ambito di Edit Napoli, la fiera del design editoriale e d’autore in programma dall’11 al 13 ottobre all’Archivio di Stato.
“La storia del pirata Boccanegra è quasi la storia di un samurai – spiega Kuma – uomini che combattono tra le onde e le nuvole. La loro è una storia fatta di movimento”. Di qui il titolo dell’opera ‘Shiwa Shiwa’, suono onomatopeico che significa appunto ‘piega-onda’ e indica un concetto giapponese riferito all’andamento curvilineo della natura, alla sua inafferrabilità, al suo essere in perenne trasformazione. Un’idea resa bene dalla superficie di Alcantara traforata, con le onde che dominano il palco e sono animate dalle luci. (AGI)