Di Sergio Talamo
Non ne sapete niente, vero? Voi, proprio voi, cari pifferai che ora elogiate quella storia e quei volti, e all’addio di Paolo Pillitteri dimenticate la persecuzione, i sit in sotto casa, gli sberleffi e i giorni in cui lui, Carlo Tognoli e i figli di Craxi erano costretti a camminare per Milano con il bavero alzato. Ora, sdraiati sulle vostre comode amache redazionali, li chiamate “compagni socialisti”, dite che – toh! – erano di sinistra e li trattate da sconfitti.
Vi consolate a vicenda con il film su Santo Enrico, che cerca una facile lacrima nell’icona di un uomo imbalsamato nel passato. Un uomo che anche sullo schermo tace sempre, e sono i silenzi di chi alla sua epoca non aveva nulla da dire e da dare, salvo un moralismo greve e ipocrita. Celebrate la finta immortalità di chi perde la partita delle idee e poi trova la rivincita nella legge marziale delle inchieste a senso unico. Ora vi scansate, dite che la piazza è pazza e appena si può l’accusate di sovversione, ma chi l’ha inventata, quella piazza che sputa addosso a ogni rappresentanza politica e sociale, ai partiti, i sindacati, la stampa e persino la scienza? Chi, se non voi collegati in diretta con Santoro e Lerner, chi, se non voi ammanicati con il pool dei pm milanesi seguito fedelmente dal pool dei giornaloni e dei tg della gogna?
Dove eravate, pifferai pentiti, quando tutto è cominciato, nel giorno delle monetine e dei cappi, nella stagione dei magistrati che facevano carriera umiliando il codice e il Parlamento? E come vi faceva comodo aizzare i girotondi contro le riforme della giustizia, e fare festa a chi urlava di più, perché la Lega è una costola della sinistra, e i capitani coraggiosi, e le passeggiate con gli hezbollah… Lo sanno tutti dove eravate, ad abbassare gli occhi mentre alla Camera Craxi vi chiedeva di essere all’altezza della verità.
Eccovi ora con le vostre conversioni senili, tutti a fare i bravi, a dire che proprio non li conoscete, quelli che mettono le sentenze su ogni piatto in tavola, dai migranti fino al festival di Sanremo, passando per la deposizione di un presidente di regione. Non li conoscete, gli agitatori del Corvetto, se no come fate a ripetere che il male era la Milano da bere? Non volete leggerli, i dati di un Paese che non produce più e accumula debito, che ha venduto le sue perle industriali in un mercato che grazie ai vostri amici è stato trasformato in un outlet.
Eppure, grandi statisti che dopo gli anni forcaioli avete governato solo grazie ai tecnici e mai grazie ai voti, ci avete messo trent’anni a demolire una Repubblica che era imperfetta ma che era pure costata passione e sangue. E ora? Ora teneteveli stretti, il governo di destra, la rivolta sociale di Landini, il progressista indipendente Conte e i vostri voti di testimonianza che non basteranno mai. La vostra “vittoria”, dopo l’epica lotta contro la piramide di Filippo Panseca, è molto peggio che intinta nell’ingiustizia. È inutile.
Fonte: Il Riformista