L'Inter si ferma sul più bello. Il Siviglia s'impone 3-2 e vince l'Europa League


AGI – Il Siviglia ha vinto l’Europa League edizione 2019-2020 battendo l’Inter per 3-2 nella finalissima giocata a Colonia, in Germania. Per la squadra andalusa è il sesto trionfo (Coppa Uefa + Europa League) della sua storia. Alla squadra di Conte non sono bastati i gol di Lukaku su rigore al 4′ e quello di Godin al 36′ inframezzati dalla doppietta di De Jong al 12′ e al 33′. La rete acrobatica di Diego Carlos al 74′, con la decisiva deviazione di Lukaku, ha regalato il successo, e l’ennesimo trofeo, ai ragazzi di Lopetegui più bravi a sfruttare gli episodi in un partita combattuta ed equilibrata.

Ad un passo dalla coppa si ferma l’avventura dell’Inter. A decidere il match sono stati gli episodi. Gli spagnoli hanno mostrato più lucidità nei momenti decisivi del match sfruttando meglio le occasioni da palla inattiva e mettendo in campo una migliore organizzazione di gioco, soprattutto in fase di palleggio. Per l’Inter resta il rimpianto di aver gettato al vento la possibilità di mettere la ciliegina sulla torta di una stagione comunque positiva, nonostante il secondo posto in campionato e, ora, una finale persa ai punti e non per k.o.

IL MATCH 

Pronti, via e Lukaku prende in contropiede spettatori e difensori del Siviglia. In particolare Diego Carlos che, sorpreso dalla progressione e dalla fisicità dell’attaccante belga, lo rincorre, lo strattona e lo abbatte in area. Non c’è bisogno del Var, il rigore è sacrosanto. La panchina di Conte vorrebbe il cartellino rosso. L’arbitro opta per il giallo e il tiro dagli 11 metri che lo stesso Lukaku realizza con un preciso rasoterra che si infila alla destra del portiere.

Il Siviglia, colpito a freddo, non si scompone. Del resto anche contro il Manchester United la squadra di Lopetegui, trovandosi in svantaggio, sempre a causa di un rigore, aveva saputo recuperare. Così all’undicesimo minuto Jesus Navas sfonda sulla fascia e mette sulla testa di De Jong un cross che sembra disegnato con righello e compasso. L’attaccante olandese anticipa Godin e batte Handanovic sul primo palo. Per l’Inter è già tutto da rifare.

La partita è nervosa. Le curve sono vuote ma le urla, soprattutto quelle di Antonio Conte si sentono ben al di fuori del perimetro dello stadio di Colonia. L’allenatore nerazzurro è un grande agonista, lo era in campo e lo è ora in altre vesti. E quasi litiga con Banega, metronomo del centrocampo spagnolo, stanco delle sue proteste. Alla fine l’arbitro, quasi esasperato, lo ammonisce. Il nervosismo dell’allenatore pugliese non è casuale. Nel rettangolo di gioco è il Siviglia a giocar meglio. Ocampos prova due volte dalla distanza mancando la porta in entrambe le occasioni. Lautaro prova a sfuggire in contropiede e a spaventare la difesa andalusa con la sua velocità. Ma la sua corsa risulta poco efficace e una goffa caduta in area non genera alcunchè se non le proteste dei marcatori avversari. Il ‘toro’ si vede poco e sarà una delle delusioni in casa Inter.

Al 32esimo minuto la rimonta del Siviglia si completa. Ancora De Jong, ancora di testa, stavolta incrociando sul palo opposto con una morbida palombella che scavalca il portiere sloveno dell’Inter. Spagnoli avanti ma nuovamente la gioia dura solo pochi minuti. È Godin, l’uruguagio che in Spagna ha passato molti anni, a sfruttare al meglio un calcio di punizione incornando perfettamente dall’interno dell’area. Sono passati 35 minuti e i tifosi, sul divano o nei locali, hanno già visto quattro gol. La prima frazione si chiude senza altri sussulti con i ventidue in campo che sembrano rifiatare dopo le fatiche e le emozioni di una finale alquanto movimentata. La ripartenza ha ritmi meno sostenuti. Più falli, più frammentazione, più lentezza nella manovra. Forse più paura di subire gol. “Fase di studio”, la chiamano gli addetti ai lavori.

Gagliardini, dopo 10 minuti dal fischio d’inizio della ripresa, ha una palla preziosa dal limite dell’area ma il suo tiro rasoterra si infrange nel muro creato dai difensori avversari in scivolata. Dall’altra parte ci prova Reguilon, fulmineo nello scatto, impreciso nel tiro. La palla si infrange nell’esterno della rete senza creare patemi ai tifosi italiani. La palla della svolta arriva sui piedi di Lukaku, autore di un’altra corsa solitaria di 50 metri verso la porta avversaria. Il gol sembra cosa fatta ma sul più bello Bounou lo ipnotizza con un’uscita tanto spericolata quanto coraggiosa. La gamba spalancata del portiere intercetta la conclusione a colpo sicuro dell’attaccante nerazzurro. Mani nei capelli per Conte, disperazione per i tifosi. È l’antipasto di qualcosa di molto peggiore.

La situazione precipita al minuto 74, durante una punizione del Siviglia, apparentemente innocua. I difensori di Conte non riescono a spazzare il pallone e un campanile si alza nel mezzo dell’area. Diego Carlos decide di provare l’acrobazia e la sua rovesciata, destinata a spegnersi sul fondo, viene deviata dallo scarpone di Lukaku. Il belga si trova nel posto sbagliato, al momento sbagliato. L’istinto lo tradisce. Il suo tocco cambia la direzione del pallone trafiggendo Handanovic e facendo esultare i giocatori e i tifosi andalusi. Il gol verrà assegnato al difensore centrale brasiliano ma quel che appare, senza pietà, replay dopo replay, ha il sapore di un beffardo autogol.

L’Inter si butta in avanti. Moses, Sanchez ed Eriksen dalla panchina provano a portare un pizzico di energia e freschezza in più. A nove minuti dalla fine sono proprio l’esterno nigeriano e l’attaccante cileno a confezionare una palla gol sventata sulla linea di porta dal disperato intervento in spaccata di Koundè. Ma l’Inter è sempre più stanca. Ci prova, s’impegna ma non affonda mai nei sei minuti di recupero. Il Siviglia resiste e alla fine alza la sua sesta Coppa (Europa League o Uefa che sia) e resta imbattuta in quella che è, di fatto, la sua competizione. 

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Fonte: sport agi