L'insostenibile bellezza dell'Hanami giapponese


La vita è fatta di momenti di bellezza che appaiono ai più insignificanti. Ma è proprio la loro brevità ed intensità a fare la differenza. Tutti abbiamo la possibilità di essere felici, almeno una volta all’anno, guardando e godendo della fioritura dei ciliegi in primavera, Hanami  (花見da hana, “fiore”, e mi, “guardare”) .

In Giappone è il momento del cambiamento, della rinascita, dell’inizio delle nuove attività. L’anno scolastico inizia infatti ad Aprile e finisce a Marzo, in concomitanza con la fioritura dei Sakura, con le loro sfumature tra il bianco ed il rosa. È di buon auspicio iniziare nuovi affari o attività, in concomitanza con la fioritura.

E’ più corretto parlare di “fare Hanami”, perché sono tante le opportunità di godere della bellezza “estrema e fugace” dei petali di ciliegio. E’ possibile recarsi a pochi minuti dalla centralissima Shibuya nel parco di Parco di Yoyogi o al Parco di Ueno, la zona dei musei e di infiniti picnic sotto gli alberi in fiore, distesi sugli inconfondibili teli azzurri e gustare dolcetti di riso tricolore “hanami dango” al gusto Sakura ( vaniglia e the verde), infilati sui tipici stecchi, accompagnandoli con bicchierini di sakè.

Guardare i petali dei ciliegi in fiore, è una attività molto seria e nobile in Giappone, “ 花は桜木、人は武士 – Come tra i fiori i ciliegi, cosi tra gli uomini i samurai” recita uno degli antichi proverbi del Bushido.

L’antico codice d’onore dei Samurai troppo spesso è stato piegato alle ideologie del 900, ma recitava anche che“ la migliore battaglia é quella non combattuta” e l’attenzione anche per le più piccole forme di vita e fiori e piante erano l’essenza stessa della filosofia di questi antichi guerrieri contadini. Pronti a sacrificare la vita in battaglia per salvare l’onore ma commossi di fronte alla fugace bellezza dei petali.

L’Estetica del Giappone può essere estrema, oltre il dilagante “kawai – carino” riprodotto e diffuso nel mondo dalle tante catene di oggettistica “plasticosa” pseudo nipponica a basso costo. Quasi sempre made in china o in Corea del Sud.

I fiori di ciliegio sono belli proprio perchè sono fragili e imperfetti. Wabi-Sabi, pilastro dell’estetica e della filosofia di molti giapponesi, accettare la bellezza anche dell’imperfezione e comprendere la caducità della vita e transitorietà delle cose.

Le antiche Geishe e le figlie delle famiglie nobili, si tingevano i denti di nero (ohaguro) perchè il sorriso cosi scurito enfatizzava il contrasto con il viso dipinto di bianco.

La bellezza dell’Hanami è una bellezza estrema, transitoria, fatta di contrasti taglienti. I ciliegi Sakura non producono ciliegie. Conta solo l’estetica dei pochi giorni di fioritura. Come una eterna nostalgia di un amore impossibile perché troppo bello, troppo irraggiungibile.

E allora perché non godere anche di notte di questa fugace bellezza? E’ lo Yozakura (夜桜? “ciliegio di notte”), per ammirare i sakura illuminati con  luci colorate per esaltarne la bellezza. Antichi castelli come quello di Odawara, la culla dei Ninja,  a poco più di un’ora da Tokyo, offrono veri e propri spettacoli di luci in notturna.

Hanami però è possibile anche in Italia, lungo la passeggiata del Giappone all’Eur, dove sopravvivono alcune decine di meravigliosi Sakura bianchi ultimi eredi di quelli donati dal Giappone nel  1959.  Il primo ministro giapponese Nobusuke Kishi, in visita ufficiale in Italia, donò a Roma a nome del proprio governo 2500 sakura.

Trascurati, ma ancora in grado, nei giorni a cavallo tra Marzo ed Aprile di offrire una indimenticabile fioritura. Molti di questi alberi sono stati potati “capitozzati” selvaggiamente o sostituiti con altre varietà che non fioriscono affatto o lo fanno in maniera quasi dimessa. Siamo lontani dal perfezionismo dei maestri giardinieri del parco Shinjuku Gyoen, dove si svolge il più famoso tra gli Hanami di Tokyo. 

Cosa seria la fioritura dei ciliegi: esiste un servizio apposito delle previsioni meteo in Giappone,  dedicato alle date di massima fioritura. I giapponesi amano programmare e non gradiscono le sorprese.

La fioritura parte nelle isole del Sud, Okinawa e risale a Fukuoka, nelle rinate Hiroshima e Nagasaki. Raggiunge Tokyo sempre prima, a causa dei cambiamenti climatici. Quest’anno nella capitale il massimo della fioritura è stato raggiunto il 26 Marzo, la data più recente degli ultimi 1200 anni. I ritardatari possono godere delle fioriture in montagna sulle Alpi Giapponesi e nella fredda Hokkaido.

Esiste però anche una fioritura legata alla varietà dei Sakura:  vanno dai Kanzakura (ciliegi invernali) che fioriscono a febbraio, ai Somei (ciliegi Yoshino) che fioriscono all’inizio di aprile, fino ai Baigoki Juzukakezakura (ciliegi del Tempio Baigoji) e Kanzan a fine aprile.

Osceni sono agli occhi dei maestri di Ikebana (l’arte di disporre i fiori recisi) i rametti fioriti in plastica oramai onnipresenti in primavera, oscene le inquinanti pareti di edera di plastica o le mostruose piante finte, ultimo insulto, con il loro essere perenni alla necessaria transitorietà della bellezza.

Alla fine, dopo pochi giorni non resta nulla di quella bellezza o forse resta tutto. I fiori caduti tornano a far parte del ciclo della vita, dai germogli nascono le foglie ed il ciclo ricomincia. Hanami è un amore impossibile. Troppo bello per essere vero, troppo sconvolgente per essere sopportato oltre. Questa è la bellezza imperfetta che affascina un popolo intero. La bellezza che vorremmo salvasse il mondo.

Source: agi