Liliana Segre compie oggi 93 anni e come sua abitudine ha deciso di festeggiare in famiglia, con i tre figli e i nipoti a Pesaro, dove trascorre il periodo estivo e dove già aveva festeggiato lo scorso anno.
Tanti i messaggi di auguri alla senatrice a vita, deportata in un campo di concentramento, postati in rete e scritti utilizzando le sue parole.
Così ha fatto il memoriale di Auschwitz, ad esempio, scrivendo che “l’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’ altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza”.
“Da anni, ogni volta che mi sento chiedere: ‘Come è potuto accadere tutto questo? Rispondo con una sola parola, sempre la stessa: indifferenza. Tutto comincia da quella parola. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all’ombra di quella parola”, ha scritto la Rete italiana antifascista. Auguri sono arrivati anche dal Pd che ha ricordato come “sopravvissuta all’odio nazifascista ha fatto della sua vita un esempio di impegno civile e sociale, dentro e fuori le istituzioni”, da ‘Che tempo che fa’ e Fabio Fazio con cui ha realizzato una trasmissione dal Binario 21, il binario sotterraneo della stazione Centrale di Milano da cui partivano i carri piombati con i deportati e che ora è diventato, grazie all’impegno di Segre, il Memoriale della Shoah. E ancora da Alessandro Gassman, da diverse sezioni dell’Anpi, dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini. Auguri anche sull’account Twitter del Senato della Repubblica alla senatrice a vita, presidente della Commissione Antidiscriminazioni.
Nata a Milano il 10 settembre 1930 da Alberto Segre e Lucia Foligno, una famiglia ebraica ma laica, Liliana Segre è testimone vivente degli orrori della shoa. E’ una dei 25 bambini italiani sopravvissuti, su 776, al campo di concentramento di Auschwitz.
Rimase vittima delle leggi razziali del fascismo all’età di 8 anni, quando nel settembre del 1938 fu costretta ad abbandonare la scuola elementare, iniziando l’esperienza dolorosa e terribile della persecuzione.
Il 7 dicembre 1943, insieme al padre e a due cugini, cercò invano, con l’aiuto di alcuni contrabbandieri, di riparare in Svizzera. Venne tuttavia catturata dai gendarmi del Canton Ticino e rispedita in Italia dove, il giorno successivo, fu tratta in arresto a Selvetta di Viggiu’ (Va).
Dopo sei giorni nel carcere di Varese venne trasferita dapprima a Como e alla fine a Milano-San Vittore, dove rimase detenuta per 40 giorni. Il 30 gennaio 1944 venne deportata con il padre in Germania, partendo dal “Binario 21” della Stazione Centrale di Milano.
Raggiunto il campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz, fu internata nella sezione femminile. Non rivedrà mai più il padre, che morirà ad Auschwitz il 27 aprile 1944.
Anche i suoi nonni paterni, arrestati a Inverigo (CO) il 18 maggio 1944, furono deportati ad Auschwitz, dove furono uccisi il giorno stesso del loro arrivo, il 30 giugno dello stesso anno. Alla selezione, le venne imposto e tatuato sull’avambraccio il numero di matricola 75190. Durante la sua permanenza nel capo di concentramento fu impiegata nei lavori forzati nella fabbrica di munizioni “Union”, di proprieta’ della Siemens, lavoro che svolse per circa un anno.
Il 27 gennaio 1945, sgomberato il campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz per sfuggire all’avanzata dell’Armata Rossa, i nazisti trasferirono 56.000 prigionieri, tra cui anche Liliana Segre, a piedi, attraverso la Polonia, verso nord. Non ancora 15enne, fu condotta nel campo femminile di Ravensbrck e in seguito trasferita nel sotto campo di Malchow, nel nord della Germania.
Fu liberata il 1° maggio 1945, unitamente agli altri prigionieri, dopo l’occupazione del campo di Malchow da parte dei russi. Tornò a Milano nell’agosto 1945. Nel 1990, dopo 45 anni di silenzio si rese per la prima volta disponibile a partecipare ad alcuni incontri con gli studenti delle scuole di Milano, portando la sua testimonianza di ex deportata. insignita dell’onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferitagli con motu proprio del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 29 novembre 2004; della Medaglia d’oro della riconoscenza della Provincia di Milano, assegnatagli nel 2005. Il 27 novembre 2008 ha ricevuto la Laurea honoris causa in Giurisprudenza dall’Universita’ degli Studi di Trieste, mentre il 15 dicembre 2010 l’Universita’ degli Studi di Verona le ha conferito la Laurea honoris causa in Scienze pedagogiche. Presidente del Comitato per le “Pietre d’inciampo” – Milano, che raccoglie tutte le associazioni legate alla memoria della Resistenza.
Il 19 gennaio del 2018 è stata nominata senatrice a vita da Sergio Mattarella
Fonte: ANSA