Liguria: centro destra archivia l’arancione di Toti, ora c’e’ Bucci


In campagna elettorale in Liguria l’arancione, il colore del logo del movimento di Giovanni Toti, verrà archiviato. E non ci dovrebbe essere alle urne alcuna lista di riferimento all’ex governatore che ieri ha deciso di patteggiare la pena dopo le accuse di corruzione. Il centrodestra punta a voltare pagina, mercoledì uno degli ultimi esponenti rimasti vicino all’ex governatore, Marco Scajola, passerà insieme ad un altro consigliere regionali sotto le insegne di Forza Italia, a presenziare al passaggio ci sarà anche il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. Sempre mercoledì a Genova arriverà il generale Vannacci, poi venerdì sara’ la volta di Matteo Salvini ed è molto probabile che nelle prossime settimane farà tappa anche la premier Giorgia Meloni. Fonti parlamentari della coalizione riferiscono che i leader nazionali erano all’oscuro della strategia giudiziaria dell’ex presidente della Regione. In ogni caso nella coalizione nessuno nasconde lo sconcerto. Non solo per la decisione di patteggiare e per non aver fatto sapere nulla agli alleati (“Non ci ha avvisati neanche quando si è dimesso”, spiega un ‘big’ della maggioranza), ma anche per i tempi e i modi con i quali ha optato per questa mossa. “In giornate come queste torni a casa, ti guardi allo specchio e ti chiedi se hai fatto la cosa giusta. Credo proprio di sì, per tutti: per me stesso, la mia famiglia, la mia parte politica, Marco Bucci che ora puo’ correre e vincere la sua sfida, per chi ha lavorato al mio fianco ed e’ candidato e portera’ avanti con orgoglio questi nove anni di buon governo”, ha scritto Toti in un post su facebook. “Chi oggi sussurra che si poteva tenere duro e andare fino in fondo con venti anni di processi, fa spesso parte di coloro che non ho sentito esprimere mezzo giudizio su quanto accaduto questa estate”, le parole da cui traspare ancora tanta amarezza per essere stato – questa la tesi – lasciato solo. “Il vero nemico della politica – la conclusione – non è la magistratura, ma la politica stessa che ha costruito la gabbia in cui si è rinchiusa. Io per provare a cambiare questa politica ho fatto quanto potevo e ho pagato di persona”. Ma tra gli alleati l’operazione non è stata compresa fino in fondo, anche perché – il ‘refrain’ – in un primo momento Toti voleva fare come Tortora e combattere fino alla fine. Ora quella strategia di continuità per l’operato in regione è messa in discussione, tanto che il campo largo attacca. “Il governo chieda scusa alle toghe per gli attacchi”, insorge il presidente M5s Giuseppe Conte. “Aver patteggiato significa ammettere una responsabilita’”, afferma anche la segretaria Pd, Elly Schlein. “L’accordo di Giovanni Toti con la Procura per patteggiare è un implicito riconoscimento di responsabilità”, dice l’ex ministro dem Andrea Orlando che attacca il suo sfidante: “E’ stato un protagonista politico di un sistema di relazioni”. All’interno del centrodestra c’è chi teme che nel mirino giudiziario possa finire l’attuale sindaco di Genova, ma al fianco di Bucci sono schierati tutti. “Credo che Genova e la Liguria meritino di continuare a essere governati puntando sulla politica del sì. La politica del no ha provocato danni enormi a questo territorio e alla città. Come è stata governata Genova così dovrà essere governata la Liguria”, afferma il segretario di FI, Antonio Tajani. Con gli azzurri -ma anche gli altri partiti della coalizione che ora guardano agli esponenti di Iv (il partito di Renzi in Liguria si presenterà come lista civica, senza simboli) e di Azione non solo sul territorio, considerato che alcuni moderati nel campo dell’opposizione sono in sofferenza. Massima stima nei confronti del sindaco della città della Lanterna anche da parte di Matteo Salvini, il cui nome non comparirà nella lista della Lega. Campeggerà il logo Bucci presidente, non quello del vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. (AGI)
GIL