Libri: tornano Annali di Tacito, tra Storia e grande letteratura


“Le vicende favorevoli o avverse del popolo romano antico già furono narrate da scrittori illustri, e anche per descrivere i tempi di Augusto non mancarono lucidi ingegni, finché non ne furono distolti dalla crescente adulazione. La storia di Tiberio e di Caligola, di Claudio e di Nerone, fu composta sotto il segno della falsità: per paura, mentre erano al potere, per l’odio recente, quando furono morti. Di qui il mio proposito di illustrare pochi tratti relativi ad Augusto, gli ultimi della sua vita, e poi il principato di Tiberio e tutto il resto, senza avversione e senza simpatia, sentimenti le cui motivazioni mi sono lontane”.
Con queste parole e questa dichiarazione d’intenti si apre l’opera del più grande storico della letteratura latina, gli ‘Annali’ di Tacito. Un testo giunto fino a noi anche grazie a un sedicente discendente dello storico vissuto tra il I e il II secolo dopo Cristo, un imperatore nato a Terni, tale Gaio Marco Claudio Tacito (al potere dal novembre 275 al giugno 276 d.C. quando morì), che diede ordine di copiare e diffondere in tutte le biblioteche le opere del suo illustre predecessore.
Questo testo monumentale, costituito da 16 libri, viene oggi ripubblicato dopo più di vent’anni da Einaudi (collana ET Classici, pagg. 1100 – Prezzo: 19 euro) in una edizione con testo latino a fronte a cura di Renato Oniga, ordinario di lingua e letteratura latina all’Università di Udine, e traduzioni di Luciano Lenaz (libri 1-6), Carlo Franco (11-12), Gianluca Baldo (13-14) e Alessandro Franzoi (15-16).
Gli ‘Annali’ di Tacito si aprono con una solenne professione di imparzialità, ma lo storico, nel raccontare gli anni tra la morte di Augusto e la fine di Nerone, non è imparziale. Il meno che si possa dire è che è sovranamente tendenzioso. Non altera i fatti, sa presentarli però con un montaggio micidiale, e poi sottolinea, allude, commenta, insiste. Si pone di fronte alla storia con uno sguardo spietato, senza illusioni, di chi sa che l’unica alternativa all’impero è il caos, la guerra di tutti contro tutti. E regala ai posteri immagini e caratteri che resteranno per sempre legati ai protagonisti, segnandoli negativamente in maniera indelebile, da Livia a Tiberio, da Nerone a Caligola.
Come ricorda il professor Oniga nella postafazione, “Tacito si può considerare senza dubbio il più grande storico romano per la profondità del suo pensiero, capace di fornire acutissime analisi politiche della storia: una storia che è presentata dall’autore sempre come contrasto di idee e di uomini, più che come semplice successione di avvenimenti. La sua visione del mondo è sorretta da quella che oggi si direbbe una solida moralità laica – aggiunge – tenacemente fedele ai valori ideali del ‘mos maiorum’, scettica nei confronti della religione ufficiale, implacabile nel denunciate la degenerazione morale. La mancanza di una prospettiva di salvezza acuisce il suo pessimismo davanti al prevalere inesorabile del male nella storia”, conclude.
La nuova edizione Einaudi degli ‘Annali’ è un testo prezioso e necessario per chi vuole conoscere la Storia, ma anche perché rappresenta un grande esempio di letteratura latina. Tacito, infatti, è un grandissimo scrittore, raffinato ed elegante, coltissimo e attento ai particolari e alle sottigliezze linguistiche.
Per capire Tacito, come per tutti gli autori classici, non basta leggerli come si leggerebbe un libro contemporaneo: il rischio è di arrivare a stravolgerli completamente, e non è detto che lo stravolgimento sia fatto sempre in malafede, per motivi di strumentalizzazione ideologica. “Spesso noi usiamo inconsciamente i classici come uno specchio in cui vogliamo riconoscerci a tutti i costi – spiega ancora Oniga – in realtà, per capire gli antichi, bisogna tenere presente che il loro mondo era per certi aspetti identico, ma per altri profondamente diverso rispetto al nostro”.
Per questo, per comprendere consapevolmente Tacito, è necessario “capire che l’universalità della natura umana si realizza attraverso la diversità culturale. Per adottare una prospettiva di lettura scientificamente corretta, bisogna saper apprezzare i valori della lingua e dell’espressione artistica, ma anche essere in grado di contestualizzare la narrazione nell’ambito della letteratura e della storia antica. Il commento alla presente edizione ha avuto precisamente questo scopo – conclude il curatore – se in tal modo saremo riusciti ad avvicinare nuovi lettori a uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, maestro di stile e di analisi storiografica per la modernità, la nostra fatica non sarà stata inutile”. (AGI)
CAU