Libri: ‘Io vi accuso’, storia di Matteotti e degli italiani


La storia di un uomo che ha combattuto il fascismo, da solo, e la storia di un paese che non ha mai fatto veramente i conti con il suo passato. Concetto Vecchio, quirinalista di Repubblica, coglie l’occasione del centenario dell’assassinio del deputato socialista da parte di un attacco squadrista per raccontare in ‘Io vi accuso. Giacomo Matteotti e noi’, la sua ottava prova come autore, non solo la cronaca di quel 10 giugno 1924, ma anche i 100 anni che sono seguiti: prima, quasi ovvie anche se non meno colpevoli, le bugie di Benito Mussolini e l’omertà del regime, poi sorprendentemente la rimozione del delitto negli anni del Dopoguerra, e infine il recupero della memoria solo nell’ultimo decennio.
“Giacomo Matteotti era molto solo di fronte al fascismo e in tanti anche nel suo partito non lo capirono. Incredibilmente rimase incompreso anche da morto e mi sono chiesto come è stato possibile, per capire cosa sia successo anche dopo il delitto. Alla fine ho capito che la battaglia di Matteotti contro il fascismo non è una storia vecchia e un po’ polverosa ma ci interpella anche oggi” racconta Vecchio.
Il libro ‘Io vi accuso’, edito da Utet, è già alla terza ristampa a poche settimane dall’arrivo in libreria e nonostante la pubblicazione di molti altri volumi sulla figura di Matteotti. Segno di un interesse vivo e ravvivato dal dibattito sui nuovi autoritarismi, ma anche di una voglia di fare luce sul passato di un Paese che si è troppo spesso autoassolto. E allora Vecchio va a Fratta Polesine, paese natale di Matteotti in cui per oltre sessant’anni è stato ricordato con una iscrizione censurata. Nel 1950 infatti, con Mario Scelba ministro dell’Interno, non fu permesso di scrivere che «senza pace attende il giorno della giustizia riparatrice»; solo da un decennio la frase è riapparsa in piazza.
Nel libro si riportano gli interventi parlamentari e le lettere d’amore alla moglie Velia, ma è anche un viaggio nei luoghi di Matteotti, da Fratta Polesine alla tomba, dal palazzo del quartiere Flaminio da cui uscì per l’ultima volta alle aule del parlamento in cui viene discussa la proposta di Liliana Segre per le celebrazioni del centenario della morte. In questa vera e propria inchiesta giornalistica emerge il ritratto psicologico di un uomo intransigente, risoluto, ma anche inquieto, modernissimo, dalla parte degli ultimi, che affronta Benito Mussolini a viso aperto. Con l’occhio al presente e il cuore rivo lto alle giovani generazioni, Vecchio ripercorre non solo la biografia di Matteotti, ma anche la lotta di coloro che, a volte difficoltosamente, hanno cercato di salvaguardare la sua memoria: dalla coppia romana che senza chiedere niente a nessuno ha deciso di ricordarlo con una targa commemorativa, agli studiosi che hanno curato i suoi scritti, da Franco Nero che lo interpretò al cinema fino al toccante incontro con la nipote Laura Matteotti nella Roma di oggi. (AGI)