Libri: esce saggio Massolo,’Realpolitik’ lente per leggere mondo


Sarà guerra fra Israele e Iran? Putin ha vinto in Ucraina? E quanto manca prima che Cina e Stati Uniti, le due superpotenze del mondo, si scontrino nelle acque che bagnano Taiwan? In un ordine mondiale che sembra scivolare nel caos, tra crisi che si moltiplicano, il terrorismo jihadista che torna a scuotere l’Europa, un’America di nuovo sospesa tra Donald Trump e Joe Biden, c’è una sola certezza. È l’interesse nazionale degli Stati il motore che muove il mondo. In una parola, realpolitik. Nel nuovo saggio per Solferino, “Realpolitik”, l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente dell’Ispi, già coordinatore dei Servizi segreti italiani e segretario generale della Farnesina, ripercorre insieme al giornalista del Messaggero Francesco Bechis gli scenari di crisi e le guerre che plasmano la politica internazionale e passa in rassegna le nuove minacce alla sicurezza che rivoluzionano l’intelligence, dagli hacker alle ultime frontiere dello spionaggio russo e cinese. Una lettura controcorrente del grande gioco geopolitico che si cela dietro agli sconvolgimenti di questi anni, come la pandemia e la guerra russa in Ucraina o ancora il massacro di Hamas del 7 ottobre che ha incendiato il Medio Oriente. Un gioco quasi sempre dettato da uno scontro, anche violento, di interessi nazionali in lotta fra loro. La realpolitik diventa la lente per leggere il mondo in cui viviamo e allargare la visuale. L’America, superpotenza egemone, si farà trascinare di nuovo in una guerra ai confini dell’Europa con la Russia o in Medio Oriente con l’Iran? O finirà per concentrare tutti i suoi sforzi nella sfida militare ed economica alla Cina, l’unica superpotenza in grado di mettere a rischio la sua egemonia? E ancora, quanto a lungo l’Occidente potrà ignorare il “Sud Globale”, il fronte di Stati guidato dall’India di Modi e dai Paesi africani che non vuole schierarsi né ad Est né ad Ovest e reclama un posto al tavolo della comunità internazionale? Sono domande che non possono più essere rinviate. Soprattutto in un Paese come il nostro, l’Italia, che ha sempre voluto pensarsi “terza forza”, sospeso tra Oriente e Occidente e poco incline ad assumersi le responsabilità di una scelta di campo. Ha funzionato durante la Guerra Fredda, quando il campo di gioco era ben delimitato. Oggi, in uno scenario internazionale sempre più imprevedibile e caotico, segnato dalla grande incognita delle elezioni presidenziali americane di novembre, quelle certezze non ci sono più. Per navigare in un mare in tempesta, anche l’Italia – questa la tesi – deve fare dell’interesse nazionale la stella polare della sua bussola. (AGI)
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