L’evasione e la riscossione, piaghe del nostro sistema fiscale


Le cifre coinvolte sono enormi e sono alla base, da una parte del grosso debito pubblico accumulato, dall’altra dell’alta pressione fiscale gravante sui contribuenti onesti

di Renato Costanzo Gatti

Evasione e riscossione sono due voci che rappresentano la vera cancrena del nostro sistema fiscale. Le cifre coinvolte sono enormi e sono alla base, da una parte del grosso debito pubblico accumulato, dall’altra dell’alta pressione fiscale gravante sui contribuenti onesti.

Si confrontano due sistemi: a) il sistema dell’imposizione del lavoro e delle pensioni che, a parte la quota di lavoro nero, non evade un euro in dichiarazione e paga tutto il dovuto senza creare NPL (crediti deteriorati) nella contabilità dello stato, e b) un sistema relativo a molti altri redditi che sono ampiamente evasi e quand’anche dichiarati o accertati lasciano strascichi di insoluti di dimensioni immense.

Si tratta di applicare il sistema di imposizione riservato per il mondo del lavoro all’accertamento e riscossione degli altri redditi; il primo sistema si basa sulla figura del sostituto d’imposta il secondo sistema si basa sulla dichiarazione del contribuente. Ora il mondo del lavoro non è onesto di suo, ma è l’aver delegato al sostituto d’imposta l’accertamento e il pagamento delle imposte che fa del mondo del lavoro un contribuente onesto. Dobbiamo modificare il sistema di accertamento e riscossione degli altri redditi in modo da avere la stessa efficienza che si riscontra nell’imposizione e riscossione dei redditi da lavoro.

Molti strumenti sono stati introdotti; ricordo lo split payment, il reverse charge, la fatturazione elettronica, l’invio telematico dei corrispettivi, la deduzione a monte delle imposte sui dividendi etc. Tali strumenti hanno funzionato, anche se esistono tuttora delle falle che vanno approfondite, ma potranno funzionare sempre meglio con l’utilizzo di tecnologie che vanno dalla digitalizzazione all’intelligenza artificiale. Si pensi ad esempio per le imposte sui fabbricati la foto rilevazione aerea con droni dei fabbricati, il loro incrocio con il catasto e con le dichiarazioni dei redditi (in effetti ci aveva pensato Brunetta nel 2000 e sarebbe molto interessante capire perché finora la cosa non abbia funzionato). Ma si pensi anche all’obbligo di pagamento tramite pos, e ad un sistema di ritenute generalizzato, esteso anche ai privati cittadini, estendendo la figura del sostituto d’imposta. La digitalizzazione come premessa all’utilizzo dell’intelligenza artificiale applicata da un fisco all’avanguardia tecnologica è la strada per sanare questa purulenta piaga del nostro sistema fiscale.

Il prof. Vincenzo Visco, padre di molti degli strumenti anti-evasione sopra ricordati, nel 2017 ha pubblicato su Nens un saggio di 73 pagine tese a proporre strumenti fiscali finalizzati alla lotta contro l’evasione. Conoscendo le qualità del prof. Visco, mi sento di raccomandare al legislatore di studiare bene quel saggio se è veramente intenzionato a combattere efficacemente l’evasione.

Per quel che riguarda la riscossione, va controllato, come raccomandato dalla Corte dei conti, lo strumento della rateizzazione del dovuto, chiesto con determinazione dalle forze politiche e dalle associazioni rappresentative, per evitare che venga utilizzato per pagare la prima rata (condizione per evitare penali e sanzioni) senza poi pagare le restanti rate, che vanno ad ingrossare l’insoluto.