I leader dell’Unione Europea potrebbero annunciare un divieto di ingresso per i cittadini che provengono dai paesi fuori da Schengen per contenere la diffusione del Coronavirus. Lo riferiscono all’AGI diverse fonti europee.
La richiesta di vietare l’ingresso dai paesi extra-Schengen sarebbe stata avanzata nel fine settimana da diversi Stati membri dell’Ue. La questione è stata discussa già oggi durante la teleconferenza dei ministri dell’Interno e della Sanità dei 27. “Ci coordiniamo sulle misure adottare alle frontiere esterne di Schengen”, ha detto il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner.
L’annuncio del divieto di ingresso potrebbe essere fatto oggi o domani dopo la riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo convocata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in teleconferenza.
Nelle linee guida presentate oggi sui controlli alle frontiere, la Commissione ha ricordato che gli Stati membri hanno la possibilità di rifiutare l’ingresso a cittadini di paesi terzi non residenti se presentano sintomi rilevanti o sono stati particolarmente esposti al rischio di infezione al Covid-19.
Il dispositivo in discussione dovrebbe tuttavia prevedere delle eccezioni per i residenti in paesi dell’area Schengen che rientrano in patria, per i viaggi “essenziali” (in particolare del personale sanitario) e per i lavoratori transfrontalieri.
Ragioni politiche o sanitarie?
L’Ue la scorsa settimana aveva durante criticato la decisione del presidente americano, Donald Trump, di vietare gli ingressi negli Usa da gran parte dei paesi europei. Secondo diverse fonti, il divieto di ingresso dai paesi non-Schengen nell’Ue sarebbe motivato più da ragioni politiche che di carattere sanitario.
L’area Schengen include alcuni paesi non-Ue (Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda), mentre sono esclusi alcuni Stati membri dell’Ue (Irlanda, Romania, Bulgaria e Croazia). Questi ultimi sarebbero invitati a adottare il divieto di ingresso.
La libera circolazione delle merci dovrà essere garantita
Gli Stati membri devono garantire la libera circolazione dei “prodotti essenziali come le forniture di alimenti, i medicinali e i materiali protettivi”, ha detto la Commissione europea nelle sue linee guida sui controlli alle frontiere nell’ambito della crisi del Coronavirus. “La libera circolazione delle merci è cruciale per garantire la disponibilità dei prodotti”, ha spiegato la Commissione.
“Questo è particolarmente cruciale per i prodotti essenziali, come le forniture di alimenti incluso il bestiame, il materiale e le forniture mediche vitali e protettive”, ha detto la Commissione. Più in generale, le misure di controllo alle frontiere “non deve causare interruzioni alle catene di produzione, ai servizi essenziali di interesse generale e per le economie nazionali e l’economia Ue nel suo insieme”.
La Commissione chiede agli Stati membri di istituire delle corsie preferenziali ai posti di frontiera per il trasporto merci. Inoltre, la Commissione chiede che gli Stati membri facilitano l’accesso di lavoratori transfrontalieri, in particolare per se occupati in servizi essenziali come la sanità e il settore alimentare.
Sì ai controlli interni ma serve un coordinamento
Le linee guida della Commissione fissano una serie di principi per un approccio integrato nella gestione delle frontiere per proteggere la salute, preservando al contempo l’integrità del mercato interno. Sulla libera circolazione delle persone, la Commissione ricorda che le persone che rischiano di diffondere il Covid-19 devono avere accesso a cure sanitarie appropriate, o nel paese di arrivo o in quello di partenza e che gli Stati membri devono coordinarsi in questo senso.
Per gli Stati membri è possibile sottoporre chiunque entri nel territorio nazionale a controlli sanitari senza l’introduzione formale di controlli alle frontiere, ma in quel caso non possono rifiutare l’ingresso a singoli individui.
Gli Stati membri possono reintrodurre controlli interni alle frontiere per ragioni di salute pubblica, ma dovrebbero coordinarsi tra loro. Inoltre, tutti i controlli alle frontiere devono essere applicati in modo proporzionato e tenendo presente la salute delle persone. Una delle raccomandazione della Commissione è di organizzare i controlli alle frontiere in modo da evitare ampi assembramenti come delle “code”, che rischiano di aumentare la diffusione del virus.
Gli Stati membri devono ammettere sul loro territorio i loro cittadini e i residenti e facilitare il transito di altri cittadini Ue per tornare a casa. Tuttavia possono adottare misure come imporre un periodo di quarantena individuale, a condizione che facciano lo stesso per i propri cittadini. Quanto alla frontiera esterna dell’Ue (non solo terrestre, ma anche gli aeroporti), gli Stati membri hanno la possibilità di rifiutare l’ingresso a cittadini di paesi terzi non residenti se presentano sintomi rilevanti o sono stati particolarmente esposti al rischio di infezione al Covid-19.
Vedi: L'Europa verso la chiusura della frontiere
Fonte: estero agi