L’Euro compie 25 anni.


La moneta unica europea infatti vide la luce il primo gennaio del 1999, benché per i primi tempi fu solo una valuta virtuale, utilizzato solo per scopi contabili e per i pagamenti elettronici. Monete e banconote arrivarono solo tre anni più tardi, il primo gennaio del 2002. I vertici dell’Unione Europea scelgono però questa data simbolo per tirare le somme e, in una lettera aperta pubblicata sui media dei 20 Paesi che oggi usano la moneta unica, ne decantano le molte virtù. “L’euro – scrivono – è diventato una parte indispensabile della nostra vita quotidiana, regalandoci semplicità, stabilità e sovranità”

Ma il lavoro non è finito, anzi. Il vecchio mondo si trova oggi a dover affrontare nuove sfide, geopolitiche, economiche e climatiche, e la risposta va trovata in una cooperazione sempre più stretta e ambiziosa, seguendo dunque l’esempio di chi, dopo la seconda guerra mondiale, ha saputo immaginare percorsi nuovi, come quelli che hanno portato alla moneta unica.
“La ragion d’essere dell’Europa si è sempre basata sulla soluzione di problemi che i Paesi non potevano affrontare da soli”, sostengono nella lettera Charles Michel (Presidente del Consiglio europeo), Paschal Donohoe (Presidente dell’Eurogruppo), Christine Lagarde (Presidente della Banca centrale europea), Roberta Metsola (Presidente del Parlamento europeo) e Ursula von der Leyen (Presidente della Commissione europea). Si è partiti dunque con la convergenza delle economie e poi, in un secondo momento, delle valute, “per sfruttare al meglio i benefici economici creati da questo dividendo della pace”.
Certo, una scelta così forte – nata in seguito alle decisioni prese a Maastricht nel 1991 – non è stata priva di fasi complicate, compresi “dubbi” sul futuro stesso dell’euro, come al tempo della crisi del debito nel 2011. “Ma ogni volta abbiamo trovato le risposte giuste, come il sistema armonizzato di vigilanza e risoluzione delle crisi bancarie o il Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes)”, notano ancora. “E oggi il sostegno alla moneta unica da parte dei cittadini dell’area dell’euro è vicino a livelli record. Ma il nostro lavoro non è finito.
Perché ci troviamo di fronte a nuove sfide che i Paesi Ue non possono affrontare da soli e i cittadini guardano all’Europa per trovare risposte”.
Qui il discorso si amplia. L’economia infatti non è più ‘solo’ un fattore interno, dove pure bisogna ancora darsi da fare, per esempio costruendo “un’autentica unione dei mercati dei capitali” che abbracci il continente per mobilitare i finanziamenti privati, “un’unione bancaria più solida” e “preparando le basi per un potenziale euro digitale che possa integrare il denaro contante”. Le sfide del nostro tempo vanno dalla guerra in Ucraina, che abbraccia la sfera della sicurezza e della difesa, “all’accelerazione della crisi climatica”, ai rischi “per la nostra competitività a causa delle politiche energetiche e industriali di altre parti del mondo”. Ovvero Cina e Usa.
L’euro insomma è stato un successo ma serve fare di più. “I cittadini europei sanno che il mondo sta cambiando e sanno che l’unione fa la forza: circa due terzi degli europei sono convinti che l’Ue sia un baluardo di stabilità”, concludono i vertici dell’Ue. “Dimostriamo loro che l’Europa può dare forma a questo cambiamento e soddisfare le loro aspettative”, è l’appello che lanciano alle capitali dell’area euro, ma non solo. Perché alla fine saranno gli Stati nazione a decidere se proseguire nell’esperimento oppure ridurre le ambizioni.
di Mattia Bernardo Bagnoli – FONTE: https://www.ansa.it/