L'esercito dei nuovi poveri avanza. E solo i vaccini possono fermarlo


AGI – L’esercito di nuovi poveri a cui il Covid ha ‘rubato’ il reddito è “un dato drammatico” e la sola misura che possiamo mettere in campo sono le vaccinazioni per far ripartire l’economia. Parola di Carlo Cottarelli, che in un colloquio con l’AGI commenta le stime preliminari dell’Istat che per il 2020 indicano valori dell’incidenza di povertà assoluta in crescita sia in termini familiari (da 6,4% del 2019 al 7,7%), con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini di individui (dal 7,7% al 9,4%) che si attestano a 5,6 milioni. Un nuovo record dal 2005.

Il focus principale è far partire l’economia – spiega l’economista che nel 2018 fu anche premier incaricato e che ora è stato chiamato dal ministro Renato Brunetta (a titolo gratuito) a scrivere nuove regole sulla semplificazione burocratica – e il modo per farlo non sono tanto i ristori, che sono una misura tampone, quanto accelerare il più possibile sul fronte delle vaccinazioni“.

Intanto che si fa questo, è la riflessione, “i ristori possono attenuare la perdita, ma non eliminarla completamente. Fatto sta che abbiamo prodotto il 9% in meno di quello che si produceva l’anno prima: è una questione di produzione che si è ridotta, di torta che si è ristretta”. 

“Quando cade il reddito del 9% aumenta inevitabilmente la povertà – osserva Cottarelli – il forte aumento precedente c’era stato nel 2012 e nel 2013. Poi nel 2019 c’era stata una riduzione abbastanza consistente del numero di poveri e siamo tornati più o meno ai livelli del 2014”. Ma la crisi pandemica ha azzerato i miglioramenti registrati nel 2019: “Quando c’è una caduta anche del costo del lavoro è inevitabile che aumenti la povertà”, spiega Cottarelli.    

Quanto hanno aiutato in questa drammatica situazione i ristori? Si poteva fare di più? “L’Istat stesso dice che i consumi sono caduti meno di quanto sia caduto il reddito, ovvero che la distanza media dei consumi delle famiglie dalla soglia di povertà subisce una riduzione – spiega l’economista – il che vuol dire che molte famiglie che nel 2020 sono scivolate sotto la soglia di povertà hanno comunque mantenuto una spesa per consumi prossima ad essa, grazie anche alle misure messe in campo dal Governo a sostegno dei cittadini. Lo stesso reddito di cittadinanza e il reddito di emergenza sono serviti ad attenuare la caduta dei consumi, ma ovviamente le difficoltà sono rimaste molto elevate”.

Questi incentivi sono serviti dunque a salvare molte persone dal baratro, ma per Cottarelli il tema centrale resta quello dei vaccini: “Vaccinare per ripartire”, ripete come un mantra l’economista. E quando il blocco dei licenziamenti finirà? “Non accadrà nulla di rilevante. A patto che l’economia sia ripartita”.

E argomenta: “Alcuni settori dell’economia si sono già ripresi: la produzione industriale è tornata più o meno ai livelli del 2019. Certo, ci sono alcuni settori dove il colpo è stato particolarmente forte, come una parte dei servizi, che stentano a ripartire ma ripartiranno. Tutte le energie necessarie devono essere messe per superare la crisi sanitaria, poi il rimbalzo può essere anche rapido”.    

Tornando ai ristori, “è chiaro che si poteva fare meglio – osserva infine il direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano – perché per far presto si sono dati i soldi a pioggia e non sono sempre andati a chi ne aveva effettivamente bisogno. Ad esempio i ristori nel dare i soldi si sono basati su criteri un po’ strani, come quello di usare l’aprile del 2020 come la base del tutto. È stato un errore, ma detto questo è anche vero che gli sbagli sono stati fatti un po’ da tutte le parti e quando si ha a che fare con uno shock di questa portata gli errori sono inevitabili”. 

Source: agi