L’esempio di Sammy Basso


L’esempio di Sammy Basso
Sammy Basso, laureato in Biologia molecolare, ha 26 anni ed è affetto da una malattia rara che causa l’invecchiamento precoce del fisico. Oggi le sue tesi sono utili alla ricerca scientifica e lui insegna ai grandi come vivere.

No, non tutti i giovani sono rammolliti da TikTok. Ci sono anche quelli che studiano, si danno da fare, contribuiscono al progresso materiale e spirituale della società. Se poi sono ragazzi a cui la vita ha riservato ogni tipo di sfida, viene da chiedersi perché alcuni altri – col placet di genitori ancora più di loro rincoglioniti dai social – non riescano a crearsi un futuro. A mettere insieme i pezzi e in fila i pensieri. A dar forma ai sogni ancora sepolti.

Sammy Basso ha 26 anni. Affetto da progeria o sindrome di Hutchinson-Gilford (una malattia rara che causa l’invecchiamento precoce, non alterando però la mente), nel 2018 si è laureato in Scienze naturali all’Università di Padova e a marzo 2021 è diventato dottore magistrale in Biologia molecolare. Le sue tesi sono ora utili alla ricerca scientifica. E dire che la sua malattia dà un’aspettativa di vita pari a 20 anni e che ai suoi genitori dissero: «Non c’è niente da fare». Ma la scienza è andata avanti. La ricerca anche. Lui si fida e contribuisce. Del resto se ci parli è un vulcano. Ha una forza addosso che nemmeno te la immagini. La percepisci nei suoi occhi, la senti nelle sue parole, la vedi nei fatti, la osservi mentre parla in pubblico.

Diretto, umile, efficace, ironico al punto giusto, mercoledì mattina è intervenuto al Teatro Cristallo di Oderzo, elegante centro paleoveneto nel trevigiano, davanti agli studenti delle scuole superiori. Spiegando con semplicità e linearità la sua malattia, anche attraverso l’uso di diapositive. Quasi la ringrazia, «perché senza non avrei potuto fare tutto questo: rendermi utile alla scienza». Chi scrive ricorda cosa disse sui vaccini anti Covid: «Fidatevi della scienza. Io a 5 anni sono entrato in contatto con i primi ricercatori. Poi ho cominciato un percorso scientifico con le università, sperimentando alcuni farmaci». Parla a giovani perplessi, alcuni molti attenti, intanto in quattro non rinunciano a stravaccarsi sulle poltroncine contenti di aver ‘perso’ un giorno di scuola: «Ci vogliono impegno. Studio. Passione. È meglio fare che lamentarsi. Non siamo indispensabili ma possiamo fare molto».

Sammy Basso ha fondato l’Associazione Italiana Progeria che porta il suo nome e fa pure lo speaker in radio. «Rimango sempre con i piedi per terra. Mi circondo di persone che valgono, con le loro debolezze e i loro pregi. A che punto della vita sono? Non lo so. Siamo tutti in scelta e in divenire». Infine un appello. Quello più forte, che squarcia i confini: «Se i potenti capissero cosa significhi lottare per la vita, smetterebbero di fare la guerra».

Di Serenella Bettin
Fonte: La Ragione