AGI – Le scorte settimanali di petrolio Usa danno forza alle quotazioni che viaggiano in rialzo con il Wti a 42,4 dollari al barile e il Brent a 45,2 dollari al barile. Nonostante il rapporto mensile dell’Opec abbia tagliato le stime sulla domanda di greggio per il 2020 a causa dell’incertezza che ancora aleggia sull’evoluzione della pandemia di Covid tra gli investitori prevale l’ottimismo per i consumi crescenti. Ieri il greggio aveva chiuso in calo a 41,73 dollari al barile. Poi in serata l’Api (American Petroleum Institute) aveva anticipato quanto detto oggi dall’Eia: le scorte calano più del previsto segno che i consumi negli Stati Uniti stanno riprendendo.
Nel 2020 la domanda si contrarrà di 9,06 milioni di barili
Una notizia non buona è arrivata dal rapporto mensile dell’Opec che ha tagliato, leggermente, la domanda per il 2020. Quest’anno i consumi caleranno di 9,06 milioni di barili al giorno a causa della pandemia. Secondo l’organizzazione, “aumentano le incertezze sia per quest’anno che per il prossimo”. L’Opec ha previsto un calo più marcato rispetto al rapporto del mese scorso quando aveva stimato una contrazione per l’anno in corso di 8,95 milioni di barili al giorno. “Nella seconda metà del 2020 il greggio continuerà a essere condizionato dai timori di una seconda ondata della pandemia”, scrive Opec. Per il 2021 l’organizzazione prevede un rimbalzo della domanda di 7 milioni di barili ma, evidenzia nel rapporto, che la previsione è soggetta a molte incertezze che potrebbero avere “un impatto negativo sui consumi di petrolio”.
A luglio aumenta la produzione Opec
In aumento a luglio, dopo i cali di maggio e giugno, la produzione Opec principalmente per l’incremento delle estrazioni saudite. A luglio i 13 paesi dell’Organizzazione dei Paesi esportatori hanno prodotto 23,17 milioni di barili al giorno (mbd), con un incremento di 980.000 barili al giorno rispetto al mese precedente. La maggior parte, come detto, proviene dall’Arabia Saudita, che ha estratto 8,4 milioni di barili al giorno a luglio (+866.000 bd). Tra i produttori in crescita anche Emirati, Kuwait e Iraq, mentre risulta in calo l’Angola. I membri dell’Opec e i loro alleati, compresa la Russia, hanno rinnovato il loro impegno a tagliare la produzione a luglio, un percorso iniziato all’inizio di maggio per sostenere i prezzi del greggio depressi dal calo della domanda legato alla pandemia di Covid-19.
Le scorte settimanali Usa queste sono risultate in calo di 4,5 milioni di barili a 514,1 milioni di barili oltre le attese degli analisti che prevedevano una contrazione di 2,8 milioni di barili al giorno.
Vedi: Le scorte Usa di petrolio fanno salire i prezzi nonostante Opec abbia tagliato la domanda
Fonte: economia agi