di Nathalia Catena – pedagogista
Sentiamo parlare sempre e solo di questi benedetti bambini e delle loro paure.
Sempre e solo di questi bambini, mai nessuno a pensare che ogni tanto sarebbe opportuno potergli pure dare una tregua, o, addirittura, se ben pagate magari delle ferie.
I bambini, perché i bambini, si i bambini, sempre i bambini.
Che anche la canzone pensata per loro, pure la parola da neonati è riuscita a dargli: i bambini fanno oh, perché i bambini fanno oh!!!
Ma se i bambini fanno oh, ma che inventassero presto una canzone che ci informi di come invece fanno gli adulti.
Mistero ancora tutto da scoprire, perché loro sono come il personaggio cruciale dei promessi sposi dell’altissimo Alessandro Manzoni. Eh sì, gli adulti sono gli” Innominati”.
Ebbene allora prendiamoci pure il coraggio di parlarne un po’, per conoscerli meglio e perché non cominciare quindi dalle parole che essi dicono, proferiscono, ai bambini.
Quante volte abbiamo sentito pronunciare dagli adulti ai propri bambini frasi del tipo: stai attento altrimenti viene il lupo; se cadi e ti fai male poi ti do il resto; se ti allontani ti ruba l’uomo nero; alzare loro le mani e/o gridare ad alta voce come se non fosse un reato, come se picchiare una donna con un sol ceffone lo fosse ed invece verso un bambino no, come se le sculacciate fossero quasi d’ obbligo come se la mortificazione non esistesse come sentimento su questa terra.
E non stiamo parlando degli anni 50 o 70, ma assolutamente dei giorni nostri, dei nostri giovanissimi genitori, nonché insegnanti educatori neolaureati.
Ma sarà pure normale e, conseguenziale, soprattutto, dopo aver sentito tali intelligenti affermazioni o azioni a loro rivolte, che sti benedetti bambini avranno poi paura del buio dei mostri e di restar soli?!
Prima di parlare delle paure dei bambini, premessa essenziale è assicurarsi che non sia l’adulto a fargliele scaturire.
C’ è una frase tanto usata in pedagogia: se c è qualcosa che non va in tuo figlio, faresti bene a rivedere prima il tuo di comportamento.
Bambini spaventati dalle parole che l’adulto riferisce, anche a scuola, o a danza, maestre che urlano, istruttori di pallavolo, di calcio, che rimproverano pesantemente i ragazzi.
Ed ancora bambini che acquisiscono le paure dei grandi: degli animali, del mare, della morte, della solitudine, della vecchiaia.
Paure su paure.
A seguito di tale disamina è chiaro, dunque, ed urgente che gli adulti necessitino finalmente di essere educati a non spaventare i loro fanciulli cosicché questi non abbiano da accumulare paure proprie.
Si potrebbe cominciare dalla lettura di Fiabe più rilassanti, dove magari esiste un lupo buono e non uno cattivo, nelle quali il male venga spiegato loro non in maniera spaventosa, come possa essere anche una strega, ma semplicemente con modalità pedagogiche serene.
L’ artista Angelo Branduardi, con parole incoraggianti e rassicuranti, nel testo della sua canzone, parla della morte come fosse una signora in abito da sera da accogliere ma da accompagnare sull’ uscio della porta a festa di ballo finita.
Si potrebbe continuare ancora con il non far vedere ai bambini il telegiornale, i programmi non adatti alla loro fascia d’ età, e soprattutto a non concedere loro l’utilizzo del telefonino per un uso dei social non indicati per tipologia.
Importante poi sarà sicuramente non assecondare i bambini nelle loro paure, come potrebbe essere il farli dormire nel lettone ad età anche avanzate, piuttosto accompagnarlo nella propria stanza, rassicurarlo, trasmettere calma, sicurezza di sé.
Inoltre, anche se l’adulto ha paure dentro di sé per svariate motivazioni, importante è non fare trapelarle come ad esempio per una caduta o un problema familiare, una condizione di salute.
I bambini hanno il diritto a vivere la loro infanzia di bambini e non crescere prima assorbendo preoccupazioni degli adulti.
Infine, essenziale è fare sentire la nostra presenza, ascoltare, ma aiutare a superare le paure da soli perché non sempre nella vita futura, saremo con loro.
Bisogna con serenità accogliere la paura, gestirla, riconoscerla, trovare soluzioni per mandarla via.
Fondamentale quindi assicurare un ambiente sereno, scevro da turbamenti e ansie, sdrammatizzando e non ingigantendo.
Assodato dunque che le paure non nascono da sole, bensì sono indotte, perché i bambini, per loro natura, sono molto coraggiosi, certamente più dei grandi.
Nel film “Io non ho paura” di Salvatores, il protagonista, Michele, un bambino di nove anni, confidandosi con un amico, per il turbamento di aver visto scene di adulti irresponsabili, gli dice con assoluta ingenuità: io, i grandi, non li riesco a capire!
Superare le paure con l’arte: il disegno, la pittura, riconoscere le emozioni negative, aiutare i bambini a dargli un nome come tristezza, rabbia, paura, delusione, sconforto, film, inside out.
- Educare gli adulti alle emozioni.
- Gioco della tenda.
- I burattini si supera la timidezza
- Il teatro importante per superare paure.
- Incoraggiare con parole positive: non ti preoccupare, sono con te, provaci, bravo, continua così, e non invece sei una piscina letto un fifone uno stupido.
- Aiutare il genitore a tenere le loro paure per sé non trasmetterle.
- Periodo covid i bambini terrorizzati dalle paure dei grandi che gli hanno fatto il lavaggio del cervello. Non bisogna fare terrorismo psicologico ma trasmette le giuste equilibrate accortezze anti-contagio.
- Paure degli insegnanti che hanno spento i loro alunni.
- Paura della guerra. Adulti che spaventano i bambini. Essi hanno il diritto di vivere le tappe della loro età non crescere velocemente.
- Paura dell’abbandono, educare i bambini al giusto distacco naturale non a rapporti simbiotici e patologici.
- Leggere le favole, non farli giocare ai violenti videogames che poi è normale sognino sparatorie o mostri vari.
- Le paure scaturiscono dalle parole e dalle azioni che gli adulti dicono e fanno non da loro stessi
- Gioco del cucù.
- Aiutami a fare da solo. Montessori.
- Educare ad una buona autostima del bambino gratificandolo quando supera le paure.
- Paura delle persone di colore perché sicuramente l’adulto gliele alimenta.
Non sono dei bambini le paure, ma degli adulti che hanno bisogno di riconoscerle, parlarne e soprattutto riferirle ai professionisti che possono intervenire. I pedagogisti gli esperti dell’educazione, educare vuol dire tirar fuori, anche e soprattutto le paure.
Occorre quindi educare con uno stile non autoritario, né permissivo, bensì autorevole.
Non bisogna aver paura di riconoscere le proprie paure perché è solo in tal modo che non le trasmetteremo arrecando gravi danni ai nostri figli.
I bambini hanno bisogno di contesti sereni, di fare uscire le loro di paure non quelle indotte, così da potersele sentire proprie e gestirle. È importante aver paura, è naturale, sarebbe anormale se non le si avessero: il teatro, lo psicodramma di Moreno, aiuta molto nelle paure dovrebbe essere inserita come materia curriculare la recitazione.
Quadro di Munch l’urlo, evoca la paura. Brunori SAS canzone contro la paura
I bambini non hanno paure se i grandi non gliene fanno venire o comunque le combattono fosse anche con una filastrocca da loro recitata di Shakespeare “Ragni pelosi”.
Bisognerebbe prendere esempio dai bambini perché mentre noi ci sforziamo a insegnare loro, loro ci hanno già insegnato tutto.