le parole dell’arte – 5


Didascalie delle opere a corredo dell’articolo precedente (n.4)

immagine nr. 7

Antonio Canova, Amore e Psiche, scultura in marmo, 1788 -1793, Museo del Louvre, Parigi.

immagine nr. 8

Pablo Picasso, Les Demoiselles d’Avignon, 1907, MoMa, New York

 

5. LE PAROLE DELL’ARTE

Indagare il versante della fruizione dell’arte è una problematica complessa: sarebbe quantomeno stolto pretendere chiarezza proprio dall’arte.

L’artista, legittimamente, non ha l’obbligo di produrre una rappresentazione persuasiva, ma considero semplicistico e snob l’atteggiamento di chi addebita la ‘colpa’ di una mancata comprensione al disimpegno mentale dello spettatore.

Nell’ambito della trasmissione del ‘sapere’ è necessario intendersi.

Cioè:

  • parlare lo stesso linguaggio: per  raccontare le necessità che determinano le scelte di un artista e individuare immagini e rapporti non sempre evidenti (trattandosi di arte visiva), scegliamo di usare la lingua italiana con le sue convenzioni che mutano nel tempo e nello spazio: se per raccontare il suo precoce incontro d’amore con Beatrice nel 1293 ca. Dante scrive “Nove fiate già appresso lo mio nascimento era tornato lo cielo de la luce quasi a uno medesimo punto, quanto a la sua propria girazione, quando a li miei occhi apparve prima la gloriosa donna de la mia mente”, nel 2022 possiamo tranquillamente sintetizzare “quando avevo 9 anni ho incontrato Beatrice”.

Il contenuto non cambia. La forma si. Come è giusto che sia.

 

  • condividere un codice: nel 1947 Matteo Marangoni (1876- 1958) raffinato critico e storico dell’arte, provenendo   dalla cultura crociana, scriveva nel suo famoso saggio Saper vedere: “il miracolo dell’arte riesce a convertire la più insanabile bruttezza fisica nella impeccabile bellezza dello stile”.

Molto laicamente io penso che non siano questi  i miracoli dell’arte e, considero impossibile  applicare questa verità ad un’opera che si intitola Antigrazioso e che vuole affermare la conquista del brutto come valore.

Nel codice che scegliamo di condividere  bello significa bello, brutto significa brutto: non è un giudizio morale né di valore ma semplice appartenenza a categorie estetiche diverse.

Giuseppina Radice

Linguaggi a confronto

 

                       

1504                                                    1912