Martedì 28 e mercoledì 29 settembre all’Anfiteatro Le Ciminiere di Catania va in scena lo spettacolo prodotto dall’Associazione Culturale Arte Pupi Fratelli Napoli
Fonte: Ufficio Stampa
Le storie d’amore, d’armi e cavalieri dei Paladini di Francia in un intenso appuntamento con la grande tradizione popolare dei Pupi siciliani. Martedì 28 e mercoledì 29 settembre (ore 21), all’Anfiteatro Le Ciminiere di Catania all’interno della rassegna Catania Summer Fest, va in scena Le imprese di Orlando per amor di Angelica, con la Compagnia dei Fratelli Napoli. Prodotto dall’Associazione Culturale Arte Pupi Fratelli Napoli, lo spettacolo di Opera dei pupi di tradizione catanese è proposto dalla storica compagnia diretta da Fiorenzo Napoli, custode della grande tradizione pupara catanese.
La Compagnia dei Fratelli Napoli, fondata nel 1921 da Gaetano Napoli, oggi continua a farsi messaggera nel mondo del grande patrimonio di arte orale e manuale rappresentato dai Pupi. In questa occasione, la compagnia propone l’immortale passione di Orlando per amore di Angelica a partire dal duello di Agricane e Orlando per amore della bella principessa. Una storia che fu raccontata nel c. XIX da Matteo M. Boiardo, nel I libro dell’Orlando Innamorato.
I pupari catanesi, mettendo in scena l’episodio, ne fecero una delle “serate” più belle della “Storia dei paladini di Francia”: in un cavalleresco duello di tre giorni e tre notti si confrontarono l’amore puro e ingenuo di Orlando per Angelica e l’amore tramutato in odio del forte e generoso Gran Khan dei Tartari ricusato dalla principessa indiana. L’episodio si presta ed è stato utilizzato dalla Marionettistica fratelli Napoli come ideale cornice per proporre ad un pubblico non iniziato tutti gli aspetti più significativi del teatro dei pupi di tradizione catanese.
Innanzitutto la metafora di fondo che il teatro dei pupi proponeva al suo pubblico: l’eterna lotta del bene rappresentato dai paladini, contro il male, che si incarna di volta in volta nel perfido traditore Gano di Magonza, in furfanti di strada travestiti da eremiti, nei saraceni cattivi, nei giganti, nei draghi.
Poi la proposta di tutti gli ingredienti spettacolari che costituiscono il fascino dell’Opera dei Pupi: le armature luccicanti, la ricchezza dei costumi, le scene con le loro fughe prospettiche, i combattimenti con il ritmo trascinante di una danza delle spade, il sangue che scorre sulle armature. Infine la riflessione critica dell’uomo comune sui problemi dell’esistenza mediata dalla bonomia, dall’arguzia, dalla comicità di “Peppininu”, la maschera del teatro dei pupi di tradizione catanese, capitato non si sa come in Francia al servizio dei Paladini che egli segue nelle loro avventure.