Le altre Greta Thunberg che guidano nel mondo la protesta degli studenti per il clima 


In pochi mesi la 16enne svedese Greta Thunberg è diventata la portabandiera della lotta al cambiamento climatico. Ha il merito di far sentire la propria voce ai potenti del pianeta e di aver fatto scendere in piazza decine di migliaia di giovani per i ‘Fridays for Future‘, lo sciopero salva pianeta.

Greta, punto di riferimento e fonte di ispirazione per i suoi coetanei, può contare su altre ‘piccole donne verdi’ che come lei lottano per l’ambiente dal Belgio alla Germania fino agli Stati Uniti. Vediamo chi sono. 

IN SVEZIA, GRETA THUNBERG: Greta, nata il 3 gennaio 2003 in Svezia, è figlia della cantante d’opera Malena Ernman e dell’attore Svante Thunberg.

All’età di 11 anni ha scoperto di essere affetta dalla sindrome di Asperger, che non ha ostacolato la sua battaglia ambientalista. La Svezia si è accorta di lei per la prima volta il 20 agosto 2018, quando l’allora 15enne, che frequentava il nono anno di una scuola di Stoccolma, decise di non entrare in classe fino alle elezioni generali del 9 settembre 2018 e di sedersi di fronte al Parlamento. “Ho scritto uno slogan su un pezzo di legno e ho annotato sui volantini alcune cose che pensavo che tutti dovessero sapere. Poi sono andata in bici in parlamento e mi sono seduta lì”, ricorda al Guardian. “Il primo giorno, mi sono seduta da sola dalle 8:30 alle 15:00, il normale orario scolastico. E poi dal secondo giorno, la gente ha iniziato a unirsi a me”.

Un gesto per attirare l’attenzione sul fatto che il Paese era stato colpito da eccezionali ondate di calore e da incendi boschivi senza precedenti. Da allora il suo esempio, i suoi discorsi – a Davos, alla Cop24 in Polonia e alla Commissione Ue – sono diventati virali, portando migliaia di ragazzi in tutta Europa ad aderire a un movimento spontaneo che chiede pacificamente ma con forza ai potenti del pianeta, politici, uomini dell’economia e della finanza, di tutelare l’ambiente e il loro futuro.

“Penso troppo. Alcune persone possono semplicemente lasciare andare le cose, ma non posso, soprattutto se c’è qualcosa che mi preoccupa o che mi rende triste” racconta. “Mi ricordo quando ero più piccola e a scuola ci hanno mostrato documentari sulla plastica nell’oceano, sugli orsi polari affamati e così via. Ho pianto per ognuno di essi, ma mentre i miei compagni di classe si preoccupavano per il tempo che durava il video, quelle immagini sono rimaste impresse nella mia testa”.

Ha mantenuto la sua promessa di scioperare tutti i giorni fino alle elezioni nazionali svedesi. In seguito, ha accettato di tenere un discorso davanti a migliaia di persone in occasione di un raduno di marzo sul Clima del Popolo. Ha incontrato i grandi a Davos e ha detto loro: “voglio che abbiate paura. E voglio che facciate qualcosa”. 

IN BELGIO, ANUNA DE WEVER E KYRA GANTOIS: A lottare contro i cambiamenti climatici, accanto a Greta ci sono le studentesse fiamminghe, due amiche, Anuna De Wever, 17 anni, e Kyra Gantois, 19, che dall’inizio del 2019, ogni giovedì a Bruxelles portano in piazza migliaia di giovani. Sulle orme di Greta, Anuna e Kyra, residenti ad Anversa, hanno dato il via alla lotta in Belgio a fine dicembre, quando pubblicarono su Facebook un video che invitava i propri coetanei a scendere in strada per spingere i politici ad agire sul cambiamento climatico. In una mattinata il loro filmato è stato visualizzato da piu’ di 35 mila persone.

Dai social alle strade della capitale belga: dal 10 gennaio in poi, ogni giovedì, a Bruxelles è stato un crescendo di giovani a prendere parte ai ‘Fridays for Future’, dai 3 mila iniziali fino a 35 mila partecipanti. “La nostra è una generazione climatica. è in gioco il nostro futuro, motivo per cui i politici, in primis il governo belga che verra’ eletto a maggio, devono ascoltare gli esperti e attuare politiche funzionanti che proteggano il pianeta” ha dichiarato Anuna. La sua collega Kyra ha invece raccontato di “emozionarsi molto” quando viene a conoscenza del numero di partecipanti alle marce di Bruxelles, alla quale Greta ha preso parte lo scorso 21 febbraio.

IN GERMANIA LUISA NEUBAUER: Tra le leader del grande movimento per salvare il Pianeta, cresciuto fino a coprire oramai l’intero pianeta, c’è anche lei, la 22enne tedesca Luisa Neubauer. Studentessa alla facoltà di geografia dell’Università di Goettingen, il suo interesse per l’ambiente è scattato fin dall’adolescenza. A scuola finita, ha iniziato a scrivere per il magazine di Greenpeace, mentre parlava con rappresentanti della politica a nome dell’associazione contro la povertà ONE.

Ha organizzato campagne per il movimento Fossil Free Deutschland, poi nell’ottobre 2018 ha scritto una lettera, firmata da piu’ di 100 attivisti e associazioni, contro il piano della multinazionale dell’energia tedesca RWE di radere al suolo la foresta Hambach, vicino Colonia, per costruire una miniera di lignite, riuscendo a fermare i lavori grazie all’occupazione di migliaia di attivisti. Nei mesi scorsi Luisa è diventata il volto e il fulcro del rituale sciopero studentesco per un pianeta sano. Il primo lo ha organizzato dopo la conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite a Katowice, poi, lo scorso 1 marzo, ha camminato con Greta ad Amburgo.

“Greta ha trasformato il suo sciopero in un movimento di massa. è riuscita a raccontare la storia di cui avevamo bisogno, è riuscita a mostrare che non devi essere per forza un adulto per capire quello che succede nel mondo” ha detto Luisa, omaggiando la ‘collega’ svedese. La fama nazionale ha però inevitabilmente attirato contro lei anche l’attenzione degli haters.

Alcune foto del suo account Instagram sono state tagliate, con in calce i Paesi o le città in cui sono state scattate, per mostrare come una attivista per l’ambiente viaggi in aereo, mezzo molto inquinante. Un’altra immagine la mostra in Namibia durante un programma di scambio scolastico: “Lo so che sono privilegiata, che sono cresciuta nel nord globale, con accesso all’educazione”, ribatte alle critiche. “Quella che stiamo portando avanti è la più grande campagna politica per il clima che si sia vista fino ad ora, e stiamo forzando i partiti a presentare un piano per il pianeta se vogliono prendere voti alle elezioni” ha sottolineato l’attivista tedesca, che risponderebbe positivamente a un possibile invito della cancelliera Angela Merkel.

Tuttavia, con grande dose di realismo, è anche convinta che non basta scendere in migliaia in piazza ogni venerdì ed incontrare i leader mondiali. “Dobbiamo aumentare la pressione, continuare gli scioperi e trovare un linguaggio chiaro perchè la nostra voce venga ascoltata. Dobbiamo far si’ che questa del clima diventi una questione intergenerazionale e includere adulti, genitori, insegnanti e lavoratori negli scioperi” ha incalzato Luisa. In Germania il movimento studentesco ambientalista si è esteso molto negli ultimi mesi, proprio anche grazie all’esperienza da attivista di Luisa. Ora comprende 190 gruppi, tra gli altri a Berlino, Monaco, Amburgo e in realtà più piccole come Chemniz e Coburgo.

NEGLI USA ALEXANDRIA VILLANESOR: è lei la beniamina delle giovani leader ambientaliste, la 13enne statunitense Alexandria Villasenor, con alle spalle più di dieci venerdì di protesta. Studentessa di scuola media, è diventata anche lei un punto di rifermento del movimento di protesta per la tutela dell’ambiente. Il giorno in cui la studentessa ha deciso di fare qualcosa di concreto per il pianeta è stato quattro mesi fa: durante una visita a parenti nel nord della California, Alexandria è stata avvolta dall’aria irrespirabile, conseguenza dell’incendio che aveva distrutto ettari di bosco e ucciso quasi cento persone.

Affetta da asma, la studentessa è stata male per giorni, stravolta emotivamente. Questo non è normale, pensò. Così ha cominciato a documentarsi, a raccogliere dati sull’inquinamento globale, con l’aiuto della madre, che aveva studiato climatologia alla Columbia University. L’atto d’accusa ai potenti sul clima della giovane svedese Greta ha convinto Alexandria del fatto che la battaglia per il pianeta fosse un tema da affrontare anche dagli adolescenti. “Greta li ha messi tutti al loro posto. Io non ho l’età per votare, ma posso far sentire la mia voce” ha commentato al ‘Post’.

Così Il 14 dicembre scorso ha fatto il suo primo pellegrinaggio davanti alla sede dell’Onu. Da quel giorno, ogni venerdi’, si presenta con cartelli di protesta, chiedendo di affrontare l’emergenza del cambiamento climatico. Neanche il maltempo la ferma: è stata li’ con l’ombrello, seduta su una panchina sotto la pioggia, o con la neve e la temperatura a -14. Le sue foto sono finite sui social e su Twitter Alexandria ha quasi quattromila followers.

“C’è il mio futuro in gioco”, ha raccontato al Washington Post, che le ha dedicato una pagina intera. La studentessa di scuola media è ormai una delle animatrici di un movimento giovanile ambientalista “School Strike 4 Climate”, che ha lanciato una manifestazione di protesta planetaria. Il 15 marzo, con il sostegno di alcuni tra i piu’ grandi movimenti ambientalisti mondiali, decine di migliaia di studenti provenienti da una ventina di Paesi, e da quasi trenta stati americani, si raduneranno davanti alla sede dell’Onu per chiedere alla politica di fare qualcosa, e presto, per salvare il pianeta.

Ad Alexandria sono già arrivate richieste di adesione da Australia, Thailandia, Ghana, Francia e Spagna. Altre studentesse si sono unite per organizzare il movimento in Usa, tra cui una 12enne del Colorado e la figlia di 15 anni della democratica di origine somala, Ilhan Omar, eletta al Congresso.

 

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Fonte: estero agi