(Adnkronos/Labitalia) – 8 italiani su 10 si reputano soddisfatti del proprio lavoro. Tra i motivi di tale soddisfazione, tuttavia, la retribuzione si colloca solamente al terzo posto. Realizzazione, formazione e opportunità di crescita professionale sono infatti considerati i fattori determinanti. Mantenere il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata si assesta al quarto posto. Godere di un buon clima sul posto di lavoro chiude la classifica. Inoltre, il 62% degli intervistati ritiene che sia fondamentale riuscire a svolgere il proprio dovere mantenendo il giusto equilibrio tra sfera lavorativa e privata. Questa è la fotografia che emerge dalla nuova ricerca Ipsos commissionata da Amazon: ‘Il futuro del lavoro: viaggio attraverso la percezione del lavoro nell’Italia di oggi’.
Molte di queste caratteristiche ritornano anche nella descrizione del lavoro ideale. Sebbene la stabilità garantita da un reddito fisso e costante nel tempo rimanga un aspetto importante per oltre un italiano su due, un giusto equilibrio tra lavoro e vita privata è il fattore determinante anche quando si pensa al lavoro ideale. La meritocrazia e un clima positivo sul posto di lavoro vengono indicati da quattro italiani su dieci. In generale i lavoratori italiani preferirebbero una modalità che consenta di affiancare lavoro in presenza e lavoro da remoto (52%) ritenendo che sia una scelta che sarebbe condivisa anche da molte aziende.
Emerge con forza anche una maggiore presa di coscienza dei lavoratori che non sono più disposti ad accontentarsi. Il 56% cerca un’occupazione in linea con il proprio percorso di studi senza scendere a compromessi, oppure che sia in linea con i propri desideri in termini di passioni.
In parallelo all’indagine condotta da Ipsos sul campione nazionale, i medesimi quesiti sono stati rivolti anche ai dipendenti Amazon in Italia. Dalla ricerca parallela sono emersi, in linea generale, dati in linea con quelli del Paese: se infatti 9 lavoratori Amazon su 10 si ritengono soddisfatti, la forbice si allarga ulteriormente se consideriamo chi si ritiene “estremamente o molto soddisfatto” che corrisponde al 62%, contro il 47% del campione generale.
“Il motivo per cui abbiamo commissionato questa ricerca ad Ipsos è stata guidata dalla nostra aspirazione a diventare il miglior datore di lavoro del mondo. Per fare questo è fondamentale ascoltare, non solo i nostri dipendenti, ma anche il contesto locale in cui ci troviamo ad operare”, ha dichiarato Lorenzo Barbo, amministratore delegato di Amazon Italia Logistica. Anche per i dipendenti Amazon tra i motivi di soddisfazione principali si confermano i temi legati a formazione e crescita professionale (68% vs. 47%), retribuzione e benefit si assestano al secondo posto (61% vs. 40%), il buon rapporto con i colleghi e un clima lavorativo positivo contano per oltre il 40%.
“Oltre al programma Career Choice, che copre fino al 95% dei costi di formazione e del materiale didattico per i dipendenti che scelgono di seguire corsi riconosciuti a livello nazionale -ha proseguito Barbo- abbiamo da poco lanciato, in collaborazione con Amazon Web Services, un corso per ottenere la certificazione di Cloud Support Specialist. Lanciato per la prima volta in Italia lo scorso aprile, il corso coinvolge oltre 40 dipendenti della rete logistica che acquisiranno le competenze necessarie per comprendere le basi del cloud computing, una delle tecnologie oggi più utilizzate nelle aziende”.
Solo il 19% degli intervistati ritiene che il mondo del lavoro sia migliorato negli ultimi anni, mentre per il 57% è cambiato in peggio, soprattutto in riferimento a retribuzione, welfare e benefit (63%), ambiente di lavoro e valori aziendali (51%), flessibilità ed equilibrio tra lavoro e vita privata (48%).
“Aspirare a diventare il miglior datore di lavoro del mondo implica azioni concrete nel presente. Siamo orgogliosi di offrire una retribuzione di ingresso di 1.713€ lordi, pari all’8% in più di quanto previsto dal Ccnl Trasporti e Logistica, e diversi benefit”, ha proseguito Barbo. “Ma non solo: lavoriamo ogni giorno per garantire a tutti i nostri colleghi un ambiente di lavoro moderno, sicuro ed inclusivo”, ha continuato.
L’evoluzione del lavoro ha riguardato anche le professioni stesse: un intervistato su tre ha infatti dichiarato di svolgere un lavoro che dieci anni fa non esisteva in assoluto o all’interno dell’azienda. Questo dato aumenta in modo significativo se si guarda al caso specifico di Amazon dove quasi un dipendente su due (46%) ricopre una posizione completamente nuova.
“Dal suo arrivo in Italia, nel 2011, Amazon è l’azienda privata che ha creato più posti di lavoro a tempo indeterminato in assoluto: oggi abbiamo raggiunto i 18.000 dipendenti. La cultura aziendale e le peculiarità uniche del modello di business Amazon hanno permesso negli anni di creare ruoli del tutto inediti, presenti solo nel contesto Amazon. In Italia abbiamo quasi 400 tipologie di lavoro. Questa varietà ci consente di attrarre competenze, background professionali, attitudini, passioni e talenti completamente diversi tra loro, in un confronto costante e un’apertura al dialogo che rappresentano un fattore chiave per creare quell’ambiente lavorativo sicuro, moderno e inclusivo in cui innovare, caratteristico di Amazon”, ha concluso Barbo.
L’indagine è stata condotta da Ipsos con l’obiettivo di supportare Amazon ad approfondire il tema della percezione del lavoro in Italia oggi. L’indagine ha coinvolto 1.800 intervistati sull’intero territorio italiano tra i 18 e i 59 anni che lavorano o hanno cercato attivamente lavoro negli ultimi 12 mese. Le interviste sono state realizzate dal 20 marzo al 13 aprile 2023 on-line su panel. L’indagine presso i dipendenti ha coinvolto 420 individui su tutto il territorio nazionale. Le interviste sono state somministrate on-line tramite l’invio di un link con accesso al questionario e si sono svolte tra l’1 e il 13 giugno 2023.