Lavoro: entro 2040 nel Nord Est -3,2 mln persone occupate


Le persone in età del lavoro caleranno di 3,2 milioni nel Nord Italia tra il 2023 e il 2040, pari a un quinto di quelle censite lo scorso anno. Un numero nettamente superiore al calo della popolazione, perché in proiezione le persone che entreranno nell’età lavorativa sono molto meno di quelle che ne escono, e per queste ultime finisce la fase lavorativa non la vita. Lo rileva uno studio della Fondazione Nord Est condotto nell’ambito di una serie di approfondimenti sulla glaciazione demografica dell’Italia.
Il 70% della flessione è prevista nel prossimo decennio, non solo perché in questo lasso di tempo gli effetti della denatalità si faranno sentire maggiormente. La graduatoria per dimensione assoluta di perdita vede in testa la Lombardia (-1,1 milioni), seguita da Veneto (-588mila), Piemonte (-530mila) ed Emilia-Romagna (-519mila). In proporzione ai valori attuali, invece, in testa c’è la Liguria (-26%), poi nell’ordine Friuli-Venezia Giulia (-23%), Piemonte e Valle d’Aosta (-22% entrambe) e Veneto (-21%).
I calcoli della Fondazione Nord Est sul numero di occupati si basano sul tasso di occupazione della fascia di età 20-64, la stessa usata per stimare la popolazione in età di lavoro nel 2040. Nel 2040, secondo lo studio, ci saranno 2,4 milioni di lavoratori in meno di oggi nel Nord Italia. Le perdite maggiori si registreranno in Lombardia (-804mila), Veneto (-442mila), Piemonte (-378mila) ed Emilia-Romagna (-390mila). (AGI)
RED