L’arsenale di Hamas nella guerriglia a Gaza


La battaglia di Gaza va avanti. L’esercito israeliano rivendica progressi nella lotta ad Hamas, al contrario l’organizzazione palestinese non cede e rilancia: le brigate Izzedin el Qassam sono determinate a combattere e infliggere perdite all’esercito dello Stato ebraico. Sono circa 200 i militari israeliani che hanno perso la vita a Gaza fino ad ora, Hamas rallenta Israele e canta vittoria, gli Hezbollah libanesi cercano di trarre vantaggio dalle difficolta’ dello Stato ebraico. La guerra in corso a Gaza, ben altra cosa dal dramma della popolazione civile, vede le brigate Izzedin el Qassam opporsi all’operazione di terra israeliana con tattiche della guerriglia urbana in cui e’ fondamentale l’utilizzo della fitta rete di tunnel sotto la Striscia, ma anche l’uso di armi leggere e potenti allo stesso tempo. Oltre all’artiglieria sono 4 in particolare i tipi di razzi e ordigni con cui Hamas continua a infliggere perdite e tendere agguati a uno degli eserciti tecnologicamente piu’ avanzati al mondo. 1 Missili Yassin Nei video condivisi recentemente da Hamas si nota il massiccio uso degli Yassin, pezzi da artiglieria da 105 millimetri usati per distruggere i carri armati israeliani Merkava.
Il nome del razzo e’ stato dato in onore dello sceicco Ahmed Yassin, fondatore e leader del movimento di resistenza palestinese fino alla morte, avvenuta in seguito a un attacco israeliano del 2004, proprio a Gaza. L’ex generale egiziano Samir Ragheb ha spiegato ad Al Jazeera che i razzi Yasin sono disegnati sul modello dei razzi anticarro Rpg russi, tuttavia, rispetto a questi ultimi, possono contare su una doppia testata. Mentre la prima testata colpisce il blindato e lo penetra e’ la seconda testata a causare l’esplosione del tank. In base a quanto dichiarato dall’ex ufficale dei servizi segreti inglesi Philip Ingram, l’efficacia di questi razzi e’ massima quando esplosi da una distanza compresa tra i 150 e i 500 metri. Secondo BBC Arabic Hamas conta su un arsenale di 2000 razzi Yassin 2 Siluri Al Asef L’uso dei siluri Al Asef e’ certificato da numerosi video diffusi dal gruppo di resistenza palestinese. Siluri con cui proteggere la costa di Gaza che, gli esperti fanno notare, possono agire come veri e propri droni sottomarini, capaci di colpire non solo in caso di tentativi di attacco via mare, ma anche neutralizzare mezzi usati dal nemico, scattare foto e ispezionare strutture subacquee. In base a quanto dichiarato dal gia’ citato Rageb i siluri sono prodotti direttamente a Gaza con una bombola di gas compresso, un motore a combustione, sensori direzionali e, nel caso vengano utilizzati come droni, una telecamera. Secondo Rageb, per avere a disposizione il materiale necessario a produrre gli Al Asef sarebbe necessaria una stampante 3D. 3 Bazooka Rpg F7 made in Nord Corea Utilizzati sin dal primo attacco del 7 ottobre e nel prosieguo della guerra a Israele, questi razzi possono partire direttamente da bazooka mantenuti sulle spalle dei miliziani. Gli F7 di fabbricazione nord coreana sono una costante dei video condivisi dalle brigate Izzedin el Qassam e sono finiti sotto le telecamere dopo un sequestro compiuto dalle forze armate israeliane. Il principale vantaggio di quest’arma e’ quello di poter essere caricato molto velocemente. Secondo il gia’ citato Ingram e’ possibile che Hamas abbia apportato delle modifiche a quest’arma. Dalle immagini sembra infatti che i bazooka possano ora essere caricati con munizioni capaci di neutralizzare anche i carri armati. In base a quanto dichiarato dall’ex ufficiale dei servizi britannici non ci sono prove che queste armi prodotte in Nord Corea siano arrivate a Gaza attraverso l’Iran. Il regime di Pjongyang ha smentito il proprio coinvolgimento nel conflitto, tuttavia secondo la Corea del Sud e’ probabile che i ‘cugini’ del nord abbiano fornito le armi ad Hamas. 4 Bombe Shavaz Ultima arma finita nell’inventario delle Brigate Izzedin el Qassam, si tratta di un ordigno utilizzato sopratutto nelle imboscate e negli attacchi sferrati da distanza ravvicinata. Il nome in arabo significa ‘torcia’, le bombe sono prodotte direttamente nella Striscia di Gaza. A confermarne l’utilizzo massiccio delle Shavaz non solo i video, ma anche un corposo sequestro compiuto dall’esercito israeliano. La potenza dell’ordigno e’ stata incrementata fino a poter danneggiare seriamente un carro armato, all’interno dell’esplosivo e’ posizionato un disco di metallo capace di perforare blindati in seguito all’esplosione. Una modifica ulteriore che rende queste bombe letali, sopratutto se utilizzate da distanze ravvicinate. Il materiale per la produzione di queste bombe arriverebbe a Gaza tramite contrabbando via mare, o attraverso i tunnel che collegano la Striscia con l’esterno, riuscendo cosi a eludere il blocco di Israele.Sempre secondo Ingram e’ possibile che Israele abbia riconvertito in bombe Shavaz ordigni israeliani inesplosi. (AGI)
TUY/TIG