“L’Aquila, la bellezza della rinascita”


Sono passati 15 anni dal sisma che il 6 aprile 2009 devastò l’Aquila e spezzò vite, sogni e speranze. Ma la città, come un’araba fenice, è risorta dalle proprie ceneri grazie al coraggio, al carattere dei suoi abitanti e al loro legame ancestrale con la propria terra. Gli aquilani, infatti, non si sono mai arresi, e l’intera comunità continua senza sosta a partecipare al lungo cammino della ricostruzione della città e del suo tessuto sociale. Lo racconta Monica Ghezzi in “L’Aquila, la bellezza della rinascita”, andato in onda domenica 3 novembre alle 22.15 in prima visione su Rai 5.
L’Aquila ha una ‘doppia anima’, così come la racconta Francesco, giornalista e filmmaker aquilano: da un lato, non si vuole dimenticare e si rimane ancorati al passato nel ricordo delle vittime; dall’altro, si prova ad andare avanti, a guardare al futuro, senza rinnegare, per questo, il dolore che ancora avvolge il cuore di ogni cittadino aquilano.
All’indomani del sisma, una delle leve principali per ripartire è stata quella della cultura e della creazione di un polo di studi superiori di eccellenza internazionale. il “Gran Sasso Science Institute”. Lo racconta con passione Paola Inverardi, l’attuale rettrice che, insieme ad altri docenti universitari, ha dato vita a un progetto visionario che ha fatto ripartire la comunità scientifica e universitaria dell’Aquila.
L’amore indissolubile per la propria città traspare anche dalle parole di Anna, ex ingegnere chimico, che ha abbandonato la sua professione per aprire un caffè letterario nel cuore del centro storico, offrendo così il suo contributo alla ripresa della vita cittadina. Così come Federico che con l’Associazione “Viviamolaq” da anni lavora a eventi sperimentali di architettura partecipata, o Claudia con il magnifico “Off Site Art”, un progetto di arte pubblica che trasforma i cantieri della ricostruzione in gallerie d’arte.
Andare all’Aquila significa anche visitare le sue montagne. E il Gran Sasso, nella magnifica piana di Campo Imperatore. Un vasto altopiano a 2.150 metri di altitudine dove sorge la più alta stazione astronomica italiana, l’Osservatorio d’Abruzzo. Qui Nandini, una giovane astrofisica indiana dottoranda del “Gran Sasso Science Institute” racconta il suo rapporto con la città de L’Aquila e, soprattutto, con le stelle.
L’Aquila ha un rapporto privilegiato con la scienza e lo studio dei misteri dell’universo, in particolare i neutrini e la materia oscura che sono al centro degli studi di Cecilia, una giovane studiosa dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, il centro di ricerca sotterraneo più grande e importante al mondo. (AGI)