AGI – Era il 26 aprile del 1986 quando un guasto al reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl provocò quello che resta da allora il più grave incidente della storia dell’energia nucleare, con 65 vittime accertate, circa 4 mila stimate dall’Onu e 116 mila sfollati dalla regione circostante.
La centrale in Ucraina, che all’epoca era parte dell’Unione sovietica, è tornata recentemente a far parlare di sé per i timori che con l’invasione russa potessero sfuggire al controllo i livelli di radioattività, garantiti da un apparato di sicurezza che ne verifica la tenuta.
La ricostruzione di cosa avvenne quella notte – di Emilio Santoro
La centrale di Chernobyl è stato uno dei primi obiettivi dell’esercito russo, che prima di ritirarsi dalla zona ha scavato trincee provocando un aumento delle radiazioni rilevate. Non per nulla, in questi giorni è previsto un sopralluogo da parte del leader dell’Aiea Rafael Grossi.
L’incidente di Chernobyl provocò 36 anni fa una nube tossica sull’Europa e il successivo allarme di tutto il continente, ma non subito. L’allarme fu lanciato solo due giorni dopo, quando un addetto di una centrale nucleare in Svezia, a oltre mille chilometri di distanza, si accorse che i livelli di radioattività erano aumentati senza che inizialmente se ne capisse la ragione.
Dopo avere inizialmente ipotizzato una contaminazione dovuta a una fuga di radiazioni della centrale e averlo escluso in seguito a controlli più accurati, e dopo l’allarme in altre centrali scandinave, calcolando la direzione del vento si indicò come probabile la provenienza della radioattività in Bielorussia o Ucraina, fino alla conferma, da parte delle autorità sovietiche, dell’incidente a Chernobyl.
Source: agi