Lagarde apre alla revisione dell'obiettivo di inflazione della Bce


Christine Lagarde apre a una revisione della formulazione dell’obiettivo di inflazione della Bce nell’ambito della strategic review avviata dall’istituto di Francoforte. La definizione di un obiettivo d’inflazione “al di sotto, ma vicina, al 2%”, ha spiegato aprendo la XXI conferenza “Ecb and its watchers”, era “appropriata quando la Bce stava cercando di di stabilire la propria credibilità e un’inflazione troppo alta era la sua pricipale preoccupazione”. Tuttavia, ha aggiunto, “nell’ambiente economico attuale di inflazione più bassa le preoccupazioni cui dobbiamo far fronte sono differenti e ciò si deve riflettere nel nostro obiettivo di inflazione”.

La Bce, ha sottolineato Lagarde, deve “assicurarsi che ci sia sufficente spazio sopra lo zero per reintrodurre le politiche monetarie convenzionali”. Inoltre, ha spiegato, “per sostenere le aspettative di inflazione, dobbiamo assicurarci che il nostro obiettivo sia percepito come simmetrico dall’opinione pubblica e, dunque dovremmo avere un obiettivo di inflazione che l’opinione pubblica possa facilmente comprendere”.

Lagarde ha difeso le politiche e gli strumenti non convenzionali utilizzati dalla Bce negli ultimi anni. “La risposta alla pandemia”, ha osservato, “ha fornito ulteriore prova della loro efficacia. Il nostro programma pandemico di acquisti di emergenza (Pepp) e le nuove serie di Tltro hanno dimostrato di essere potenti strumenti per stabilizzare le condizioni finanziarie e stimolare la crescita del credito. Secondo le stime dello staff della Bce, le misure messe in campo da marzo faranno aumentare l’inflazione di circa 0,8 punti percentuali cumulativamente tra il 2020 e il 2022 e la crescita del Pil di circa 1,3 punti percentuali”.

Considerando tutte le misure decise da metà 2014, ha aggiunto Lagarde, l’impatto complessivo sulla crescita del Pil reale dell’area dell’euro e’ stimato essere stato tra i 2,5 e i 3 punti percentuali fino al 2019 e l’impatto sull’inflazione tra 1,7 e 2 punti percentuali nello stesso periodo. In assenza dei programmi straordinari di acquisti a partire dal 2015, il tasso sui depositi sarebbe dovuto scendere fino al -2% per assicurare lo stesso andamento dell’inflazione osservato in questi anni.

La politica monetaria e quella fiscale, “devono rimanere espansionistiche per tutto il tempo necessario per raggiungere i rispettivi obiettivi”, ha poi aggiunto Lagarde, secondo cui “in condizioni deflazionistiche con l’economia che corre più lentamente del suo potenziale, gli obiettivi delle due politiche sono naturalmente allineati”. Lagarde ha tuttavia ammonito che, “sebbene le politiche monetarie e fiscali stiano interagendo più strettamente, ciò solleva anche importanti questioni, che diventeranno più acute all’indomani della pandemia. Queste includono come impostare la politica in un mondo in cui i livelli di debiti pubblico saranno forse permanentemente più alti e l’appropriata progettazione della struttura fiscale europea”. 

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Fonte: economia agi