Un convegno all’Ambasciata del Canada ha affrontato il tema dell’odio online che prende di mira chi lavora nella sfera pubblica: giornaliste, politiche, attiviste. Spesso con il solo scopo di silenziarle
AGI – “La violenza della disinformazione” è l’evento organizzato in collaborazione con l’Ambasciata del Canada in Italia che ha visto protagoniste le donne dell’informazione. AGI ha ascoltato alcune delle voci che sono intervenute nel dibattito, che ha visto protagonista anche la nostra direttrice Rita Lofano, per capire perché la disinformazione di genere non è un problema solo per le donne, ed è un problema per la democrazia e la sicurezza.
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“La disinformazione di genere può manifestarsi in diverse forme. Abbiamo visto che serve per sminuire, umiliare, prendere di mira le donne. Al centro dove lavoro abbiamo analizzato come certi paesi hanno utilizzato la disinformazione di genere per prendere di mira donne che lavorano nella politica, giornaliste o attiviste dei diritti umani”. Lo ha detto all’AGI, Francesca Gentile, Open Source Resaercher at the centre for information resilience (Cir). Il Centro per la resilienza dell’informazione (CIR) è un’impresa sociale indipendente e senza scopo di lucro che si occupa di denunciare le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra, di contrastare la disinformazione e di combattere i comportamenti online dannosi per le donne e le minoranze.
“I danni della disinformazione di genere sono molto seri, questo perché bisogna guardare al tema della disinformazione e della violenza come se fossero in un continuum e non qualcosa di separato. La disinformazione di genere mira a silenziare i propri target e a farli ritirare dalla scena pubblica. Questo genera un problema di democrazia e sicurezza” ha detto Maria Giovanna Sessa, Research Manager Eu DisinfoLab, organizzazione indipendente che raccoglie conoscenze e competenze sulla disinformazione in Europa.
abriella Bianchi – Sara Dellabella
Gabriella Bianchi – Sara Dellabella – fonte: AGI