La Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci


 

 

Al centro di un paesaggio roccioso e umido Leonardo da Vinci ha dipinto La Vergine delle rocce tra piante e muschi del nord Italia.

Leonardo da Vinci, La Vergine delle rocce, 1483 circa, olio su tavola trasportato su tela, 199 x 122 cm. Parigi, Musée du Louvre

Descrizione de La Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci

La Madonna avvolge con la mano destra la spalla di San Giovannino inginocchiato mentre Gesù Bambino accenna una benedizione nei confronti del cugino. L’angelo dipinto dietro al Bambino osserva in direzione dello spettatore e sorride indicando il Battista. Sopra la mano dell’angelo si dispone quella di Maria, aperta in atto di proteggere il capo di Gesù. Il terreno sul quale sono disposti i personaggi è roccioso, umido e ricoperto di muschi. Il paesaggio è occupato dalla costruzione rocciosa che ricorda l’interno di una caverna. Tra le rocce che spuntano dal terreno e quelle che scendono dall’alto si intravedono lontananze rocciose.

L’ambiente naturale nella quale è ambientata la scena è un paesaggio roccioso. Distribuite in primo piano e in profondità si apprezzano piante di ogni tipo, terrestri e acquatiche. Sullo sfondo, tra le rocce, si intravede un corso d’acqua.

Interpretazioni e simbologia de La Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci

Il titolo allude allo sfondo nel quale si vede un paesaggio fantastico composto da caverne e speroni di roccia.

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Della Vergine delle rocce esiste anche una copia parzialmente autografata alla National Gallery di Londra che proviene dalla Chiesa di San Francesco a Milano.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile de La Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci

Il paesaggio, oltre la costruzione rocciosa, è dipinto con l’uso della prospettiva aerea. I colori vengono modulati in lontananza e diventano più chiari, meno saturi, più offuscati e tendenti al grigio azzurro. Le figure umane sono amalgamate al paesaggio attraverso la tecnica dello sfumato, definito, appunto, leonardesco. I contorni dei corpi e degli abiti si fondono con la materia pittorica dello sfondo. Lo sfumato permette, così, di ottenere una resa atmosferica e integrare le figure con l’ambiente. Sfumato e prospettiva aerea saranno magistralmente utilizzati nella Gioconda. Le forme anatomiche sono apprezzabili nei corpi dei bambini. Da notare la grande attenzione verso le mani dei personaggi che vengono rappresentate secondo diverse angolature. Soprattutto la mano della Vergine è stata rappresentata da Leonardo utilizzando un forte scorcio di non facile costruzione. Il paesaggio che modula la luce in modo originale creando riflessi e sfumati rappresenta già un inizio di prospettiva aerea.

Il colore e l’illuminazione

Il colore che ricopre l’intero dipinto è una risultante di verde e marrone tendenti al grigio. Su questa base emergono i toni dorati degli incarnato dei volti e dei corpi. Il colore che domina per intensità è il rosso del mantello indossato dall’angelo seguito dalla piccola porzione di blu del manto di Maria. Nel dipinto sono presenti due fonti di illuminazione. Quella calda e proveniente da sinistra che colpisce le figure e quella fredda e brumosa del paesaggio di fondo. Leonardo concepì la prospettiva aerea utilizzandola già parzialmente nell’Annunciazione dipinta nel periodo giovanile.

Lo spazio

Lo spazio non è costruito con la prospettiva lineare. Infatti non sono presenti le menti architettonici che possano creare fughe prospettiche. A costruire la profondità dello spazio sono la sovrapposizione dei corpi e la progressiva diminuzione della dimensione delle rocce e della vegetazione. Contribuisce, sullo sfondo, anche, la prospettiva aerea e la prospettiva di innalzamento rispetto alla campo del piano dipinto. Le forme più lontane sono dipinte più in alto, verso sommità del piano pittorico.

La composizione e l’inquadratura

Il primo piano è occupato interamente dal gruppo di figure disposte in modo simmetrico. I due bambini, infatti, si specchiano sull’asse verticale creando una linea obliqua. Il Battista e l’Angelo sono posti sullo stesso piano e, per ultima, la Vergine. La loro disposizione crea una figura trapezoidale che corrisponde all’unione delle teste dei personaggi. Le mani creano un movimento circolare di rimandi. Prima, quella indicante dell’angelo, la mano che benedice di Gesù Bambino, poi, le mani giunte del Battista e, infine, la mano protesa in avanti della Vergine. Ne La Vergine delle rocce le figure si dispongono secondo una piramide dalla base molto allargata.

 

Fonte: analisidellopera.it/